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[b]”la Rudena”, al secolo Vittoria Bizzocchi
(Foto scattata davanti al negozio del marito Angelo)[/b]
Il soffitto si toccava allungando il braccio. Per terra i mattoni (il prestigioso cotto). Sulla destra dell’ingresso il lavandino di graniglia rosa. Con dalla parte opposta due grandi fornelli a carbone con in mezzo un grande camino. Nella parete più lontana c’era il bancone, sempre di graniglia rosa, dove si mesceva il vino, il chinotto, l’aranciata e la gassosa. Un lusso: era il vino col selz (in dialetto, il “sifòn”). La sobrietà era completata da due grandi tavoloni, due tavoli, panche, poche sedie ed una stufa a legno per il riscaldamento invernale.
Così si presentava fino ai primi anni cinquanta l’osteria “dla Rudena” (Vittoria Bizzocchi apparteneva ad una famiglia di arrotini, come significa il termine dialettale, ed arrotino era anche il marito, Amadei).
Il locale si trovava nella piazzetta Aia Pasini, dove oggi c’è il calzolaio. Ed era lì da metà Ottocento: storia nobile. Nei primi anni cinquanta venne trasferita in piazza Risorgimento, come bar-ristorante, al piano terra della nuova casa di famiglia.
Era conosciuta in tutta Morciano e nella Valconca per la bontà della sua trippa, pietanza cucinata solo il giovedì (giorno di mercato) e nei 3 giorni della Fiera di San Gregorio.
Ricorda il nipote Augusto Amadei: “La sua preparazione richiedeva una settimana di lavoro. Si andava ad acquistare dal macellaio Artidoro (la macelleria Pagnoni di via Marconi oggi dei fratelli Ciotti) il venerdì per il giovedì successivo. Mia nonna, l’appendeva in un gancio sulla parete esterna dell’osteria ed iniziava a pulirla con accortezza. Poi la faceva bollire con cipolla e chiodi di garofano ed altre essenze che non ricordo (con il brodo che veniva distribuito alle famiglie bisognose di Morciano). Successivamente si metteva in sacchi candidi e trasferita nelle celle di Pagnoni. Il mercoledì si andava a prelevarla, si toglieva il grasso, si affettava e si cucinava in grandi tegami (ne andava tra i 30 ed i 50 chili ogni giorno di mercato)”.
Si iniziava a servire alle 6 del mattino. I primi clienti erano i verdurai e commercianti partiti a notte fonda per raggiungere Morciano. Ed erano molte le famiglie morcianesi che prenotavano la bontà della trippa “dla Rudena”.
L’osteria, oltre alla trippa, serviva: fagioli, passatelli, tagliolini, tagliatelle e la “baracla” (una specie di razza). La signora Vittoria e la nuora Maria (detta Bina, che eredita l’osteria), il giovedì era aiutata dalla figlia Antonietta.
L’osteria era molto apprezzata per la sua pulizia. Chi andava ad acquistare una bottiglia di vino col residuo dentro poteva stare certo: il vetro sarebbe stato lavato. Per San Gregorio c’erano clienti della costa importanti, come i Monetti di Cattolica ed i Savioli di Riccione, vecchie e note famiglie di ristoratori.
Nei giorni normali, la “Rudena” era la casa di morcianesi molto morcianesi: Pisolè, Puglin, Stefano Pelloni (perché raccontava sempre storie del Passatore), Bastèn dla Tavana, E Fabre, Giannetto dla Mariana, Mandrèl, Pirèn de psrol, E Sorg, la Carioca, Pagnec, Palamai…
Nata nel 1882, Vittoria Bizzocchi è morta nel 1959. La nuora, Maria (due figli Augusto e Guerrino, morto nel ’91) è deceduta nel ’92.