[b]di Gino Muccioli[/b]
– Una finanziaria 2003 che piace poco, che risente della congiuntura internazionale negativa, ma che non può venire presa come pretesto dai comuni per alzare le tariffe. Inoltre un altro forte invito a San Giovanni e Cattolica ad accelerare ed ampliare le loro sinergie ed i servizi unificati.
E’ la sintesi della relazione introduttiva di Massimo Barocci, presidente della Cna Cattolica nell’annuale assemblea tenutasi lo scorso 21 novembre.
Per la Cna, la Finanziaria 2003 risente di una congiuntura economica negativa, ma pur contendo passi apprezzabili come la rimodulazione fiscale, in realtà non risolve i problemi del rilancio dei consumi, che è ampliato da una inflazione alta in presenza di stagnazione di consumi.
Dubbi anche sul fatto che a fronte di uno scarso sviluppo che si porta avanti, non v’è certezza sulle entrate e critiche alla partita del concordato e dei condoni, che rischia di far naufragare il rapporto virtuoso tra imprenditoria e fisco venutosi a creare negli anni scorsi grazie agli studi di settore.
Quindi critiche alla manovra governativa ma che questa non diventi una scusa per gli Enti locali ad alzare le tariffe e la pressione fiscale. Nello specifico la Cna invita a tagliare le spese superflue (telefonia mobile, rappresentanza) e ad una oculata politica degli investimenti orientata alle opere infrastrutturali in corso, viabilità, ampliamento del polo produttivo e della piattaforma logistica dei servizi.
Per entrare sul locale, la Cna invita i Comuni di Cattolica e San Giovanni a proseguire ed ampliare i servizi gestiti in comune, suggerendo servizi sanitari, per anziani, per le politiche giovanili, ma anche la capacità di sfruttare le numerose manifestazioni che offre San Giovanni e l’impianto del Golf, di prossima realizzazione sul fiume Conca a San Giovanni. Per la Cna sono operazioni importanti che possono interessare l’economia cattolichina e si propone come promotore di un tavolo che coinvolga i soggetti interessati per sfruttare al meglio questa importante opportunità. Infine alcune considerazioni sulla politica cattolichina, dove spesso la Cna si è trovata critica verso l’amministrazione soprattutto per la poca concertazione e discussione con le categorie economiche sui progetti portati avanti.
La Cna riporta alcuni esempi in cui la concertazione ha portato a miglioramenti e a maggiore condivisione come il Piano Spiaggia ed il Bus Terminal, pur se rimane sovradimensionato.
Infine critiche al Parco Navi (lancio pubblicitario sbagliato) che deve continuare ad esistere anche sfruttando l’area parcheggio, ma che deve essere per funzione che si integrino con l’offerta della città, come divertimento, direzionale o intrattenimento.
Sull’ospedale la richiesta di ritornare al pubblico e l’offerta per collocare eventuali dipendenti in esubero compatibili con le richieste degli artigiani.
La chiusura della relazione, di nuovo dedicata alla finanza locale ed al rapporto tra Cattolica e San Giovanni: è necessario che anche i comuni riescano a contenere la pressione fiscale, sia verso le imprese che verso i cittadini, attuando scelte che incentivino gli investimenti, come le aree produttive, che confermino gli impegni verso le cooperative di garanzia, e sostengano i consumi attraverso sgravi alle persone più bisognose ed il taglio delle spese superflue, ottimizzando il funzionamento della spesa pubblica. Per fare questo, per la Cna è necessario che Cattolica e San Giovanni pensino realmente a come aumentare le sinergie nella gestione e programmazione di alcuni servizi, e sull’uso del territorio. L’espansione del polo produttivo, la realizzazione della piattaforma logistica ed i problemi sulla viabilità dei due comuni saranno nell’immediato il banco di prova della volontà di collaborare.
Freddine le reazioni istituzionali: assente il sindaco cattolichino Micucci, quello marignanese Funelli ha detto che buona cosa è la realizzazione di servizi comuni, che in parte sta avvenendo, ma che da qui a parlare di fusione di Comuni, come ciclicamente avviene, sia prematuro.
Questo perchè le politiche della gestione del territorio devono essere animate da un sentire comune che ancora non c’è, anche per il fatto che il territorio cattolichino è terminato e quello marignanese ha sempre avuto un’importanza basilare nelle politiche governative locali.