“Gli operatori balneari non si sottraggono in ogni caso al confronto: anche sulla spiaggia si può e in parte si deve rinnovare, all’interno di un discorso complessivo sul nostro turismo, ma migliorando l’offerta e partendo dall’esistente e salvando gli aspetti positivi che tutti ci riconoscono, senza stravolgimenti o copiature di modelli esterni più o meno esotici o artificiali che finirebbero per alterare le nostre caratteristiche maturarli”. Con queste parole Giorgio Mussoni, bagnino a Riccione, presidente della cooperativa Oasi, affiliata alla Confartigianato, ha stoppato gli albergatori che hanno lanciato il motto: piscine in spiaggia per riportare i turisti a Rimini.
Mussoni: “La nostra vera piscina è il mare Adriatico. E’ da qui che bisogna ripartire. Noi crediamo che i grandi temi sui cui discutere per trovare le soluzioni siano: un’accoglienza né caotica né chiassosa, frenare l’abusivismo commerciale, eliminare gli scarichi a mare in coincidenza delle piogge, più pedonalizzazione e calmierare i prezzi extra-alberghieri”.
Continua: “Questo non significa che sulla spiaggia non si debba innovare, ma salvando gli aspetti positivi. Anche le piscine, in aree particolari ci possono stare. Ma in aree particolari, ripeto. Al momento sull’arenile si vuol mettere tutto: ristorazione, spettacoli, discoteca, piscine, ma i turisti dove dovrebbero andare a prendere il sole?”. Sull’altro versante, le associazioni degli albergatori, da Gabicce Mare a Bellaria, sono tutte compatte e seguono la sortita di Maurizio Ermeti, presidente a Rimini.
Luciano Scola, presidente a Gabicce Mare: “Le piscine ci vogliono. In alcuni incontri le abbiamo proposte al sindaco Domenico Pritelli, che le rifiuta. Con il nostro mare senza piscine il futuro è a rischio. Ci dobbiamo assolutamente rinnovare”.
Marco Giovannini, Riccione: “Il discorso piscine rientra nella riorganizzazione della spiaggia. Le piscine, non meno di 250 metri quadrati, dovrebbero essere costruite non su tutto l’arenile ma solo dove ci sarebbero gli accorpamenti o in particolari aree. Fare delle bagnarole, grandezza idro-massaggio non serve e nessuno. Gli standard internazionali vogliono le piscine in spiaggia. Anzi, il turista oramai le percepisce come normali. Se non saranno realizzate avremo uno svantaggio per tutti. Ed il tema non può essere affrontato comune per comune ma complessivamente. Dove finora le piscine sono state impiantate, si veda Cattolica, hanno avuto molto successo. Quanto alla posizione dei bagnini: tutte le volte che devono spendere soldi si tirano sempre indietro”.
Pierluigi Gasperini, Bellaria, non è d’accordo per le piscine sulla spiaggia: “Vanno a snaturare quella che è la nostra offerta del bagno per le famiglie. Io parlo per Bellaria-Igea Marina. Noi avremmo bisogno di aree protette all’interno delle scogliere. Sulle piscine vere e proprio non concordo. In spiaggia ci vuole meno cemento e più libertà, più attrezzature. Magari rubando lo spazio alle cabine che oggi hanno meno utilizzo”.