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Home Località Misano

Un “rivoluzionario” a capo della San Pellegrino

Redazione di Redazione
5 Novembre 2002
in Misano
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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Lo studio di frate Benito Maria Fusco: immagini che recano i poveri del Terzo mondo, il Corano, la Bibbia, naturalmente, il gagliardetto ed il poster dell’Inter, i ritratti del “Che” e del comandante Marcos. Tanti libri. Ed in un angolo la bandiera di quei rivoluzionari di Lotta Continua. Tutto questo ben di Dio arreda l’ufficio del direttore dell’Istituto San Pellegrino di Misano dell’ordine dei Servi di Maria. A prima vista, a chi si ferma in superficie, ai giudizi avventati, un caravanserraglio che fa a pugni. Ma nel ragionamento lucido del frate tutto è legato ad un unico filo: quello della lealtà, l’aiutare i più poveri, lottare per la giustizia.
Quando divenne frate i giornali si sbizzarrirono: “Da Lotta continua ai frati Servi di Maria”, “Il ragazzo rosso diventa Fra’ Benito”, “Da Lotta continua all’altare”. Adriano Sofri, mente raffinata non meno che profonda, capo carismatico di Lotta continua, disse: “A Lotta continua mancava solo un frate”.
Dice: “Le scelte radicali fanno parte della mia storia”. Una storia sempre in controtendenza, con una coerenza assoluta tra il dire e l’agire.
Originario di Ferrara, con una famiglia divisa a metà (fascisti e partigiani, con il nome in omaggio del Duce), bolognese, a 14 anni a Casalecchio sul Reno, da ragazzo padre Fusco è negli scout. All’università, a Bologna, Legge, è un’attivista di Lotta continua. Lo chiamano il “Cino” (il Piccolo), sia per l’età e sia per la statura.
Nel ’78 finisce la sua lotta di gioventù, “da casino” ed inizia quella nelle istituzioni. Diventa assessore a Casalecchio eletto nelle liste del Psi con una valanga di voti. Resta nel governo della cittadina per 12 anni. In assessorati dove ci si sporca le mani: Ambiente (il primo in Emilia Romagna) ed Attività produttive, Sanità e Servizi Sociali. Con Mani pulite cerca altre strade: la Rete, i Verdi.
La militanza e la politica gli hanno permesso di diventare amico di molti protagonisti della vita culturale, politica ed intellettuale del Paese: Michele Serra, Alexander Langer, Antonio Ramenghi, Gianni Sofri.
La sua svolta arriva il 6 dicembre del ’90. Un aereo militare cade su una scuola di Casalecchio. Di una classe intera, 14 ragazzi (se ne salvano 2 per averla marinata) non resta nulla se non le carbonizzate inquietanti pose della vita, come a Pompei. Accompagna i genitori per il riconoscimento.
Lascia la politica. Con uno zaino pieno di quattro cose prende il treno e girovaga per l’Europa. Nel viaggio alla ricerca del senso dell’esistere si ferma al santuario di Fatima (Portogallo). Ricorda: “In quel freddo, senza pellegrinaggi, saremmo stati in 10. Mi colpì il misterioso silenzio di quel luogo: un silenzio diverso, sacro”.
Torna a casa dopo l’Epifania. Abbandona il posto di funzionario al Coreco (Comitato regionale di controllo) dell’Emilia Romagna e decide di diventare frate: frate dei Servi di Maria, un’ordine vicino ai deboli, agli ultimi.
A chi gli chiede come mai un sessantottino passa dall’eskimo al saio, argomenta: “Una bella fetta di Lotta continua veniva dallo scoutismo e dal mondo cattolico. Soprattutto la sinistra non è mai riuscita a capirlo il mondo cattolico.
Il senso critico social-comunista ed i vangeli hanno molto in comune. E’ l’incoerenza tra i princìpi e l’agire a mettere tristezza. L’approccio con gli altri dovrebbe essere quello del buon samaritano. Io vado alla ricerca degli atei, dei non credenti. La mia ora di religione a scuola è di Bibbia esistenziale.
Ho fatto il frate per far compagnia al mondo che ha bisogno di affetto, di sentirsi ascoltato. Un frate servo di Maria ha dipinto il nostro ordine come un grande orecchio: la capacità di ascoltare il più lontano ed i più lontani”.
[b]LA STORIA[/b]
Servi, fondato nel 1233
L’ordine dei Servi di Maria venne fondato nel 1233, un anno dopo la morte di San Francesco. Ed a farlo furono 7 ragazzotti fiorentini, commercianti di buone famiglie, proprio come San Francesco, discendente di una facoltosa casata di commercianti di Assisi. Abbandonarono gli agi per una piccola casa alle porte di Firenze. I 7 sono diventati santi nel 1888: “L’attrazione evangelica passa prima di tutto attraverso la testimonianza della preghiera, della fraternità, della solitudine e del silenzio”.
[b]SAN PELLEGRINO[/b]
Scuola di lingue
La San Pellegrino, a Misano dal ’51, si è fatta la fama di una buona scuola. Oggi ospita circa 200 ragazzi. Un’ottantina frequentano il Liceo linguistico e più di 100 la scuola superiore per interpreti e traduttori (laurea breve in Scienze della mediazione linguistica). Inoltre, organizza corsi di italiano per stranieri ed accoglie 4-5 ragazzi l’anno col progetto Erasmus.

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