– Un cattolichino allo “Specchio”. Teo Bragagna, medico, pittore, poeta, è stato raccontato dal prestigioso critico Maurizio Cucchi sul settimanale patinato della Stampa lo scorso 7 dicembre. Ecco la recensione di Cucchi.
“Teo Bragagna, già vincitore due volte nella nostra scuola di poesia, è un poeta (e anche pittore) discreto e appartato quanto di vocazione sicura. Cinquantenne romagnolo, ha pubblicato anni fa un bel libro di versi, Amori variabili, è da ora una più decisa e consistente prova del suo valore con Stelle indocili (Lietocollelibri, p.68), che si fa subito apprezzare per la delicatezza e la grazia. Maestro dichiarato di Bragagna è il grande Sandro Penna (e infatti il libro si apre con due versi dello stesso Penna posti in epigrafe: Le nere scale della mia taverna / tu discendi tutto intriso di vento), ma in fondo si possono riconoscere somiglianze con altri poeti dotati di sensibilità, eleganza, capacità di cogliere con leggerezza il reale nei rapidi barlumi in cui a volte si manifesta: da Luciano Erba a Vivian Lamarque. Bragagna ha un dire sobrio e chiaro, tematiche sempre legate alla concreta presenza di cose e personaggi, e tra questi ultimi troviamo per esempio quei morbidissimi esseri enigmatici e tanto belli che sono i gatti, da sempre amati dai poeti. La cifra di Bragagna è una cifra lirica che molto spesso si ritaglia nel racconto, o in frammento di racconto, e che perciò vive in situazione, nel dolore o nella meraviglia che eventi anche minimi, o parvenze fuggitive, di passaggio, riescono a suggerire. Ecco la breve poesie dalla quale è tratto il titolo del libro:
Come notti insonni
Vanno gli amori
Sotto stelle indocili.
Come sere d’estate
Alla stazione
Prima del temporale”.