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Ivonne Crescentini, il sindaco di Coriano
di Lorenzo Silvagni
– Non esiste la possibilità della centrale elettrica prevista da Hera nella zona di Raibano. E’ una posizione comune a tutte le forze politiche di Coriano, che hanno deciso di dare battaglia contro questa scelta, allo stesso modo di Riccione.
Il rischio di veder aumentare di circa 10 volte il livello di combustione dei gas nella zona, tenendo conto dell’inceneritore e del previsto ampliamento della zona artigianale, sono le motivazioni che uniscono destra e sinistra.
L’amministrazione corianese giudica insopportabile questo livello di rischio inquinamento e si sta attivando per impedire la realizzazione della centrale di 230megawatt che servirebbe a rendere autonoma la provincia di Rimini nel fabbisogno di energia elettrica. Insomma, i corianesi si ritroverebbero a dover subire gli svantaggi di questa struttura che serve a tutta la provincia di Rimini.
Per l’amministrazione corianese quindi, è necessario valutare insieme a tutti gli altri Comuni e alla Provincia, soluzioni alternative alla realizzazione della centrale. “Siamo perfettamente consapevoli – dice Ivonne Crescentini – della necessità di energia elettrica in provincia, ma riteniamo per lo meno ragionevole spalmare su un territorio di maggiore grandezza il carico di inquinamento che porterrebbero strutture così ingombranti dal punto di vista ambientale”.
L’amministrazione darà battaglia anche su eventuali decisioni del Governo, chiamato in causa nella decisione dal sottosegretario Filippo Berselli (An), bolognese, ma con casa a Montefiore Conca. Non saranno accettate decisioni imposte da Roma senza coinvolgere gli enti locali. Questi ultimi dovranno essere chiamati in causa nello scegliere in quale luogo debbano nascere centrali elettriche e con quali tecnologie debbano essere realizzate.
Anche La Casa delle Libertà di Coriano in questo è in sintonia con l’amministrazione, ed ha chiesto di arrivare ad approvare una variante al Prg che impedisca la realizzazione della centrale elettrica.
Sulle stesse posizioni lo Sdi e la Margherita, che individuano anche la strada dello studio di fonti di energia alternative e rinnovabili.
Sulla quarta linea dell’inceneritore, altra struttura nell’occhio del ciclone, i comuni di Coriano e di Riccione stanno ponendo dubbi e contrarietà. Sempre Berselli ha proposto che anche su questa decisione venga coinvolto il ministero dell’Ambiente, pur spettando la competenza all’amministrazione provinciale.
Ermanno Vichi, vicepresidente dei Hera ed ex presidente della Provincia di Rimini, si stupisce come ora si siano sollevati questi dubbi mentre tre anni fa tutti i comuni firmarono un protocollo d’intesa che autorizzava la costruzione dell’impianto.
Ma oltre a tutte le forze politiche di Coriano, il comune di Riccione, un altro no alla centrale arriva dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Bologna, che dopo una visita all’area, ha ritenuto probabile la presenza di reperti archeologici importanti, che potrebbero farne una zona di tutela.