– Nel Quattrocento il territorio di San Clemente raggiunse la sua massima espansione: arrivava fino a Misano Adriatico, alla cappella dell’Agina, con terre anche dall’altra parte del Conca. E’ una delle tante informazioni che si possono leggere nel libro “L’antica pieve matrice e le consorelle. Chiese e oratori a San Clemente. Scritto da Maurizio Casadei, storico locale, si trova nelle edicole di San Clemente e Morciano. Edito dal Comune di San Clemente, è il sesto libro che va a raccontare la storia di questo territorio.
In tutto sono 150 pagine, corredate da molte fotografie. La maggioranza delle quali porta la firma del morcianese Bruno Baffoni, uno tra i massimi fotografi della provincia di Rimini e non solo.
Il lavoro segue una costruzione semplice quanto efficace. Sono 5 capitoli dedicati agli abitati del comune: San Clemente, Sant’Andrea in Casale, Cevolabbate, Agello e Castelleale.
Aperto dalle prefazione di monsignor Aldo Amati e dalla giunta municipale, ogni capitolo contiene altri argomenti, con tanto di note, come si conviene per i lavori ben documentati. E che possono essere la base per altre ricerche ed altri studi. Dopo le note, sono riportati i parroci che si sono succeduti alla guida delle parrocchie, non sempre completi e precisissimi per la mancanza di documenti.
Ad esempio a San Clemente dal 1563 ad oggi ci sono stati una trentina di preti. Il primato spetta a Lazzaro Tonni, parroco dal 1908 al 1957, periodo lungo anche per Nicola Marini, dal 1699 ed il 1741. Terzo per longevità, 37 anni di sacerdozio a San Clemente, fu Paolo Bellini (1827-1864). Nella speciale classifica, al quarto posto si colloca Paolino Silvagni (1961-1993): amatissimo.