Era la vittoria giunta dopo 10 giornate di combattimenti con il coltello tra i denti. L’operazione di scardinare il caposaldo di Coriano era iniziata il 4 settembre con la battaglia di San Savino. Ma i tedeschi avevano offerto una prodigiosa resistenza.
Gli alleati ripreso l’offensiva per San Savino il 5 settembre alle 8 del mattino. Quel giorno 8 carri inglesi andarono distrutti e le posizioni non furono conquistate.
Nella notte del 6 la fanteria inglese va di nuovo all’attacco, ma una pioggia violenta li fa desistere. Per le gravi perdite, il convincimento che la guerra è verso la fine, la volontà di limitare i danni, i comandanti alleati decidono di arrestare l’offensiva verso Coriano. La punta più avanzata era posizionata nei pressi del cimitero di San Savino. E qui, per 48 ore, i tedeschi andarono all’attacco. Il battaglione alleato, per mantenere l’avanguardia, subì perdite pesantissime: 170 uomini tra morti e feriti. Scrive lo storico Orgill: “Ormai la strada era ingombra da mucchi di cadaveri e al termine della battaglia i fucilieri inglesi in cammino tra le rovine videro che ovunque fosse rimasto in piedi un solo muro, l’intonaco era imbrattato di sangue inglese o tedesco”.
Ad aggravare lo scenario dal 6, per qualche giorno arriva la pioggia: per il fango, i movimenti dei mezzi e degli uomini vengono rallentati ed ostacolati. Prendere Coriano significa garantirsi la sicurezza per il corridoio del mare.