– Dopo le riflessioni critiche su Rifondazione comunista, i Ds e, più in generale sulla classe dirigente locale, cerchiamo di avventurarci nelle contraddizioni della destra politica cittadina.
Come mai dal dopoguerra ad oggi non è mai riuscita a conquistare il governo della città? Il fattore ideologico, importante per la forza della sinistra, non c’è più, l’elettorato è diventato più ‘fluido’ e attento ai contenuti e alle persone. Però… nulla è cambiato. E’ stato riconosciuto che la sinistra è stata più classe di governo, ne ha acquisito cultura e credibilità, e il cittadino ha potuto misurare la crescita delle città e delle regioni governate dalla sinistra con quelle governate dalla destra.
La sinistra ha complessivamente governato meglio (o meno peggio) della destra. La sinistra (con parte del centro), è stata al governo nazionale solo per 5 anni dal dopoguerra; non ha fatto miracoli, ha commesso errori… ma se paragoniamo la sua azione con i disastri che sta facendo il centrodestra di Berlusconi…
Va rilevato che la sinistra (accusata di essere comunista e ideologica), nella pratica dei governi locali è stata più che riformista, attenta alle esigenze della crescita economica, spesso è stata più liberista nei fatti che la destra nelle parole, e più lungimirante nelle scelte di sviluppo (es. turismo), di alcuni settori imprenditoriali.
Questa prassi di governo era talmente riconosciuta, che già dal 1993 a Cattolica nasceva una giunta (‘anomala’) di centrosinistra con l’entrata della Dc. Il tutto senza sobbalzi nella continuità di governo. In sintesi: una parte della vecchia destra faceva sua la pratica di governo degli ex ‘odiati comunisti’, diventandone parte integrante. Pierangelo Del Corso, Dc, allora commentava entusiasta: “A Cattolica è come se fosse caduto il muro di Berlino”.
La destra locale (l’altra parte), inseguendo le chimere berlusconiane, paradossalmente, ha rispolverato la natura ideologica, una sorta di anticomunismo di vecchio stampo, stupido e antistorico. Nella Casa delle Libertà recentemente hanno preso una stanza anche gli uomini dell’Udc (ex Cdu) cattolichino, dopo avere alloggiato per 10 anni nel generoso ‘Hotel de Ville’ del centrosinistra. Oggi la destra spesso urla e schiamazza, drammatizza, insinua e critica su tutto quello che può contrastare l’amministrazione comunale: dal marciapiede, alla sanità, dal ‘palo alla frasca’… fa un’opposizione solo rituale, ma sotto il clamore… niente, o quasi.
Manca di un progetto complessivo di governo secondo una visione liberista dell’economia. Insomma non fa la destra! Ma è proprio qui che la destra è stata spiazzata, in particolar modo la guida di Gian Franco Micucci ha spinto il centrosinistra a superare ogni loro fantasia liberista, gestendo il Comune come un’azienda privata. (Da questa angolatura le critiche, più che legittime, possono essere mosse solo da sinistra!). Paradossalmente la destra locale ha criticato cose che dovrebbero essere nel loro Dna: liberalizzazioni, privatizzazioni, accordi pubblico-privato, urbanizzazione secondo criteri di mercato… Enrico Baldaccini (Fi) disse: “Siamo per il privato, ma qui esagerano”. Spesso la destra, per trovare un appiglio di opposizione, ha criticato ‘da sinistra’ la giunta, facendo concorrenza a Rifondazione e Verdi, in tema di sociale, ambiente, troppo spazio al privato…
La destra cerca di delegittimare la giunta di sinistra nel proprio elettorato, cercando di dimostrare che lo sta tradendo con una politica di destra. Pertanto dovrebbe smettere di votare la sinistra (perchè non fa la sinistra), e di votare la destra che smaschera l’inganno (e che fa una politica più di sinistra di quello che realmente fa la sinistra). Un rompicapo. Insomma roba da equilibrismi circensi.
La destra, invece di incalzare la giunta di centrosinistra su scelte più nette di liberalismo, di sburocratizzazione, di privatizzazione, di portare più ‘mercato’ nelle scelte di politica amministrativa… invoca, paradossalmente e contrariamente alla propria identità, meno privato, più sociale, meno deregulation… Da qui la confusione più totale nell’elettorato di centrodestra. Infatti gira le spalle a questa schizofrenia, votando a destra nelle politiche e a sinistra nelle comunali.
La destra locale continua a soffrire un complesso d’inferiorità psicologica (e programmatica) nei confronti della sinistra, agisce in confusione, con scarsa identità e senza un progetto organico di stampo liberista. Per questo non è mai riuscita ad essere credibile come classe dirigente di governo.
di Enzo Cecchini