– L’economia della provincia di Rimini è entrata nel tunnel della crisi. La Gilmar ha messo la forza lavoro in cassa integrazione. In casa Fuzzi l’indicazione è licenziare una trentina di addetti. Il metalmeccanico, l’altro grande settore del Riminese, boccheggia. Il turismo ha perso le presenze. L’altra faccia della medaglia, quella che fa guardare il futuro con sano realismo, è che le banche locali aumentano la raccolta e roducono utili. Segno che l’economia in generale è sana.
“La situazione – afferma Graziano Urbinati, componente della segreteria provinciale della Cgil – è pesante ma non drammatica. Nel primo semestre del 2003, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la cassa integrazione è aumentata del 30 per cento. Mentre nel 2002 sul 2001, nel settore industriale, la cassa integrazione era cresciuta del 23 per cento”.
“Un altro dato preoccupante – continua Urbinati – arriva dal settore artigianale. L’ente bilaterale di richiesta d’orario di cassa integrazione è raddoppiato rispetto al 2002. A guardare le imprese del Riminese dalla voce export, si ha che nel 2001 è diminuita dell’1,3 per cento, mentre nel 2002 il segno meno ha raggiunto quasi il 4 per cento”.
Urbinati alza gli orizzonti della riflessione, guardando agli anni a venire. Riflette: “Chi sceglie la via bassa della produzione non va molto lontano. Serve un salto di qualità condiviso. Va aperta una discussione con gli imprenditori ed i politici affinché si possa fare ricerca, innovazione”.
Walter Martinese è l’attento responsabile dell’Ufficio studi della Cgil, una Cassandra sulla situazione economica della provincia, da sempre: “La febbre del nostro sistema produttivo non è galoppante. Il nostro andazzo è in linea con quello italiano: si sono fermate le esportazioni. La nostra economia, eccetto 30-40 imprese, non è un polo forte. Le tecnologie non si diffondono ed il sistema complessivo non cresce. E’ più un virtuosismo dei singoli”.
A chi gli domanda sul dato che il sistema bancario locale è sano, afferma: “Non ho fatto ricerche. Diciamo che il turismo, grazie alle imposte evase, porta risparmio, liquidità. Purtroppo il nero crea un danno all’impresa, nel senso che non si fanno investimenti per poter competere sui mercati”.
Nonostante questo momento negativo della domanda, le piccole e medie imprese nella provincia continuano ad assumere manodopera specializzata e crescono i fatturati delle società di servizi legate alle imprese.
[b]Tuttavia il sistema economico è maturo. Gli indicatori arrivano dalle banche locali: sale la raccolta e gli utili [/b]
[b]Walter Martinese, Cgil[/b]
“Il nero crea un danno all’impresa, nel senso che non si fanno investimenti per poter competere sui mercati. Il nostro andazzo è in linea con quello italiano: si sono fermate le esportazioni. La nostra economia, eccetto 30-40 imprese, non è un polo forte. Le tecnologie non si diffondono ed il sistema complessivo non cresce”.
[b]Graziano Urbinati, Cgil[/b]
“Chi sceglie la via bassa della produzione non va molto lontano. Serve un salto di qualità condiviso”