[img align=left]http://www.lapiazza.rn.it/aprile/faragona.jpg[/img]Carlo Faragona, 84 anni, lo scorso 23 marzo ha festeggiato i 50 anni della laurea in medicina, presa a Pavia col professor Pellegrini. E’ la scusa per andare a raccontare una delle istituzioni di Misano.
Sposato, 5 figli, abita a Misano Monte dal 1960, quando ottenne la condotta. Arrivava da Riccione, viale Tasso, dove era giunto, profugo dall’Istria nel ’47, con la famiglia. E qui a Riccione, fonda una società diventata mito: l’Alba Calcio. Partito prima col settore giovanile, con la prima squadra raggiunge la Promozione.
Ed in un derby passato alla storia batte il Riccione Calcio per 3-1. Quella vittoria gli costa la direzione della società. Tifo troppo acceso. Faragona lascia e la società confluisce nel Riccione Calcio. In quel gioiellino di Alba c’erano ragazzi che poi giocheranno in A Nanni (serie A col Verona), Spimi (serie A col Bari). L’allenatore era Giuliano Fabbri, ex giocatore della Spal.
Arriva a Misano: lo sport è all’anno zero. Insieme a Giosué Nanni ed al povero Cesarino Berardi fonda il Misano Calcio. Si costruisce il campo di via Platani. Si parte col settore giovanile e si conquista la Promozione, con molti di quei ragazzi che vestivano le maglie dell’Alba. Dopo alcuni anni si dimette. Nel ’74 fonda un’altra scoietà sportiva misanese, la Pietas Julia, il nome latino della sua città natale, Pola, Istria. Questa si occupa di pattinaggio artistico.
Faragona spiega il perché: “Come medico scolastico, mi rendo conto che, causa i banchi troppo bassi, molti ragazzi hanno la scoliosi o la cifosi. Prima inizio col nuoto, poi con il pattinaggio. I due sport aiutano i ragazzi ad uno sviluppo più equilibrato”. Faragona ancora oggi ne è il presidente, della Pietas.
Da giovane Carlo Faragona ha praticato molti sport: calcio, pugilato, ciclismo, ginanstica artistica (la sua passione), il pattinaggio. Attività sempre ostacolate dal padre. E lo sport lo ha sempre avuto sul sangue. Medico sportivo, per 10 anni è stato direttore sanitario dell’autodromo Santamonica.
La presenza di Faragona a Riccione e Misano è figlia della cattiva storia. Come moltissimi altri italiani, fu costretto a lasciare Pola dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale e l’occupazione di Tito dell’Istria. La sua è una famiglia agiata. Possiedono un negozio di alimetari, con annessa osteria e forno, che lavora 50-60 quintali di farina al giorno.
I Faragona sono una famiglia in tinta con l’impero austro-ungarico, allora regno egemone sia in Istria, sia nei Balcani. Il padre è di origine rumena, mentre la madre è di origine austriaca. Alle elementari fu compagno di scuola di Raimondo Vianello e Alida Valli.
Carlo Faragona sposa Rosa Isabella Vai, una riccionese di origine faentina, che gli dà una mano lavando le tute di 100 ragazzi e li porta a giocare sulla 1.100.
Faragona ha esercitato fino al ’90, quando ha lasciato quella condotta al figlio Fabio.