– L’uomo è troppo cattivo, troppo avido, troppo ingordo, ed il buon Dio lo punisce col Diluvio universale. Salva solo Noè, il giusto. Il messaggio ha commosso la mente e fatto breccia nei cuori grazie alla rappresentazione della Cooperativa Sociale Valconca di Cattolica, lo scorso 9 luglio in uno Snaporaz pieno. I 20 attori sono stati bravissimi nel rendere il senso della vita. Il regista, lo scenaggiatore, l’animatore, il terapeuta è stato Raffaele Bersani, un uomo capace di trasmettere il piacere per le cose, giocando ed in modo semplice (Ora si capisce il successo e la serietà del figlio, Samuele).
Racconta Bersani: “Il presidente della Cooperativa, Sergio Maestri, mi propose di lavorare con i ragazzi due anni fa. Di aiutarli attraverso il teatro, la musica, il disegno, la mimica facciale. Quest’anno è la seconda rappresentazione”. Bersani con i suoi ragazzi ha iniziato a lavorare lo scorso settembre; coniugando didattica e terapia ha creato atteggiamenti liberatori: sia per i ragazzi, sia per gli spettatori. Si replicherà l’anno prossimo: dopo un anno di piacevole lavoro. Ecco la toccante introduzione allo spettacolo di Raffaele Bersani.
– “Il diluvio universale. L’arca di Noè”. L’anno scorso col progetto teatro-musica il gruppo teatrale “Portatori di felicità” della Cooperativa Sociale Valconca di Cattolica ha rappresentato con grande successo “Genesi, la creazione del mondo”. E’ dal giorno di riposo, settimo, della creazione del mondo, che questo gruppo teatrale prende l’avvio quest’anno per rappresentare: “L’arca di Noè. Il Diluvio universale”. Abbiamo ritenuto, che questo argomento biblico, le sue ragioni educative, non siamo mai state così attuali, come in questi travolgenti e drammatici eventi che tutta la società mondiale ha vissuto e sta vivendo quotidianamente. Abbiamo fatto nostre le parole del Papa quando ha detto: “Dio è rimasto in silenzio di fronte a tanto orrore e tanta crudeltà e soprattutto a tanta indifferenza”.
Martin Luther King diceva: “Un giorno la società dovrà dolersi della cattiveria degli uomini, ma ancor più del silenzio dei cosiddetti buoni”.
Ci siamo permessi di immaginare Dio che nel riflettere sulla sua creazione umana, alla libertà che ha dato all’uomo di scegliere la via del bene o del male, prevale la malvagità e adirato prima di mandare sulla terra il Diluvio per punirlo, Lui, che tutto può e che tutto sa, pensa per un attimo all’uomo di oggi e nel pensare scandisce a voce alta un ulteriore comandamento, l’undicesimo, per dare uno scossone a tutti quelli che si fingono ciechi e sordi di fronte all’evidente male. E dice: “Non ti chiedo di salvare il mondo. Questo non sarà possibile da solo, ma non fingere di non sapere e di non vedere”. L’undicesimo Comandamento.