Margherita, tutti contro il potere di Vichi?
Tra gli uomini forti Ermanno Vichi,
il grande vecchio osteggiato dagli ex Ppi, Maurizio Taormina, assessore provinciale, Tiziano Arlotti, assessore comunale a Rimini, Roberto Piva (coordinatore
comunale Margherita) e i sindaci
Alberto Ravaioli e Giorgio Ciotti, che governa Morciano con il centrodestra
di Francesco Pagnini
– La Margherita riparte dall’Adriatico. Riparte cioè da una posizione unitaria su una questione importante. Posta (o imposta?) all’attenzione del governatore dell’Emilia Romagna, il diessino Vasco Errani, in un recente incontro regionale organizzato a Rimini, cui ha partecipato anche il leader nazionale della Margherita, Francesco Rutelli.
Ed è stato lo stesso Rutelli a disegnare il ruolo del movimento che lui ha aggregato attorno a se.
“La Margherita – ha detto a Rimini – deve porsi come una forza in grado di stare in mezzo alla gente. Di capirne le esigenze nei luoghi di discussione”. In quest’ottica Rutelli ha lodato l’iniziativa riminese e il Manifesto per l’Adriatico. Ma come sono composti i petali della Margherita “alla riminese”? E cosa si propone per il territorio locale, anche in vista delle elezioni del 2004?
Un pò di storia. A Rimini è ritrovabile uno dei primi embrioni della Margherita ante litteram. Nel ’99, l’allora segretario del Ppi, Mauro Ioli, convinse i referenti di Repubblicani, Cdu e Rinnovamento Italiano, a formare un’unica lista elettorale: il Quadrifoglio, che portò alla vittoria il sindaco Alberto Ravaioli.
Ci furono subito tentativi per allargare questo schieramento, a partire dai Democratici, il partito che allora vedeva insieme prodiani e dipietristi, e al quale a Rimini aderì, tra gli altri Ermanno Vichi, dopo profondi screzi coi popolari.
L’unione arrivò, più o meno forzata, ad opera di Francesco Rutelli, che la ottenne a livello nazionale. Rimini si dovette adeguare. Ma i non buoni rapporti tra Ermanno Vichi e i vecchi compagni del Ppi, si sono fatti, e si fanno, sentire.
Vichi è visto da molti come “il grande vecchio”, l’uomo da cui non si può prescindere. Ma sono in molti, oramai, gli insofferenti rispetto alla sua leadership occulta, che ha il risultato più evidente di candidare lui (e sempre lui) a qualunque carica disponibile: dalla presidenza dell’Amia, alla vicepresidenza di Hera, alla presidenza, nel frattempo di Sot, l’azienda di servizio riminese, “figlia” di Hera.
Ci sono molti giovani che, invece, hanno voglia di nuovo. Di quegli orizzonti alti delineati proprio da Rutelli. L’altro leader dell’area ex-Asinello, nella Margherita, è Maurizio Taormina, che si sta ritagliando uno spazio sempre più importante come vicepresidente della Provincia grazie soprattutto alle iniziative sulla viabilità. Poi c’è l’area ex Ppi. Uno dei leader è l’assessore riminese Tiziano Arlotti, ex sindacalista, e con un ottimo bacino in Valmarecchia. Quindi Roberto Piva, coordinatore comunale della Margherita. Ma uno spazio sempre maggiore se lo sta ritagliando anche il sindaco Alberto Ravaioli.
Sempre ex Ppi, è Giorgio Ciotti, uno dei leader della Valconca, attualmente sindaco con una lista civica di centro-destra, e che potrebbe essere anche ricandidato, sempre per Morciano, questa volta col centrosinistra.
Insomma ancora un partito dalle tante anime, la Margherita, anche se meno policentrico rispetto a qualche anno fa, in seguito alla creazione di quell’Unione di centro che poi è confluita nel centro-destra. E molti degli esponenti che vi sono confluiti, lasciando la Margherita, sono pressochè spariti. Esempi? Il riminese Luigi Buonadonna e il morcianese Giuseppe Roberti, già collettore di tessere del Ppi e uomo forte della Valconca.
E un ulteriore selezione potrebbe arrivare dalla discussione, che si profila non facilissima, per le candidature alle elezioni del 2004. Nelle quali, la Margherita sarà chiamata a confrontarsi coi temi alti, ma anche col bisogno di poltrone, che in certe occasioni si fa ancor più forte del solito.