di Lele Montanari
[img align=left]http://www.lapiazza.rn.it/settembre/riccione_cesarini.jpg[/img] Marzio Cesarini, 63 anni, due figli, Francesco e Veronica, è morto lo scorso 29 luglio, di sera, a Rimini, per un infarto. Del male oscuro ne parlava sempre e con una battutaccia ed un sorriso largo. Riccionese doc, è stato uno dei fondatori di Radio Sabbia, Tele San Marino, Tele Gabbiano. E consigliere comunale nella Lista civica. Un suo ritratto, nei ricordi di Lele Montanari, amico d’infanzia.
– Una sera, prima di un Consiglio comunale, non ricordo più come, si inizia a parlare e eleganza e cravatte. Io ero vestito per benino ma mi mancava il prezioso accessorio. E mi viene una battuta: “Tu che ne hai tante me ne potresti regalare una”. Marzio Cesarini se la toglie dal collo e stringe quello della mia camicia. In suo onore l’ho messa per il suo funerale. In questo gesto c’è tutto l’uomo Cesarini: buono, generoso, spavaldo, passionale e cocciuto. L’eleganza è stata sempre un tratto della sua personalità. Qualcuno lo apostrofava: “Arriva il dandy”. Con lui abbiamo fatto i bambini insieme. Io ero del Porto e lui dell’Alba, via Ponchielli, dove la madre gestiva un negozio di fiori. Abbiamo giocato insieme a calcio nella mitica Alba fondata dal dottor Carlo Faragona. Giocava terzino; bene come poteva farlo uno che portava gli occhiali e che faceva senza in campo. In quella mitica squadra c’erano: Arnaldo Cesarini, Jimmy Monaco, Franco Nanni, Vittorio Spimi, Armando Patrignani. Tutte persone che gli hanno voluto bene.
Dopo la sua morte mi ha molto rattristato la valanga di retorica scaricata da chi in vita non solo non gli voleva bene, ma ne parlava anche male. Questa retorica dell’elogio gratuito uccide gli uomini due volte.
Marzio era di una simpatia naturale. Partito come rappresentante di Angelo Ghigi, era stato uno dei fondatori di Radio Sabbia. Con Tele San Marino raggiunge il massimo del successo professionale ed economico. Nella riorganizzazione delle frequenze, metà anni ’90, non gli viene rinnovata la concessione. E’ un dramma economico, quanto personale. Penso che abbia cominciato a morire allora. Poi è arrivata Tele Gabbiano, la Lista civica. Con lui si litigava nelle commissioni consiliari. Il motivo erano le sigarette: una dietro l’altra, senza fine. Ed io che gli urlavo di smettere. Se n’è andato un uomo di cuore, passionale, sincero e leale.