– “Morciano è Morciano non c’è niente da fare”. E’ la frase che meglio riesce a sintetizzare la serata festaiola dei neo-cinquantenni tenutasi al ristorante “Locanda della Luna” di Riccione (guarda caso gestito da un morcianese) lo scorso 6 dicembre. Questa era soprattutto sulla bocca della quindicina della partita che non abitano più nella capitale della Valconca.
All’appuntamento con i ricordi e la candele da spegnere c’erano una quarantina di amici. Ed un gruppetto, tutti “forestieri”, Alberto Arcangeli, misanese, Corrado Rossi, riccionese, Flavio Ciuffoli, riminese e Castiglioni, riccionese, sono rimasti fino alle 4 del mattino, tra un bicchiere e l’altro, a ricordare.
A ricordare la Greppa, i bagni nei gorghi della Conca d’estate (il migliore, quello più frequentato era, e forse lo è ancora, all’altezza dell’abbazia), la scuola al tempo delle elementari (chi dalle suorine, con Maria Del Bene sempre sulla bocca e chi alla statale con Civinelli), delle medie con il mitico professor Dionigi, i preti (don Mario Baffoni e soprattutto don Marino, un formidabile raccoglitore di giovani negli anni sessanta). Ed i tornei, con relativi “tradimenti” (il ragazzino di confine che di volta in volta passava con gli altri) tra i quattro rioni: Campone, Piazza, Ville e Vallerina. Non sono mancate gli aneddoti adolescenziali ed i ritratti di famiglia.
Durante la serata non si è parlato né di lavoro, né di affari. Tutti momenti da mandare a memoria. E’ stato proposto di rivedersi tra 10 anni.
Qualcuno ha detto: “Meglio prima, alla nostra età”. In tanti si sono portati dietro le foto di gioventù.