– “Sapori e saperi di Romagna”. Sono le erbe di campagna. La primavera è uno dei momenti topici: le campagne sono piene di romagnoli cittadini che col coltello in una mano ed il sacchetto di plastica nell’altro (qualche “azdora” romantica ha con sé il classico cestino di vimini e canne) vanno per aspraggine (spranglia in dialetto), borragine (burazna), cicoria selvatica (radécc), ortica (urtiga), rosole (ròsla), asparagi selvatici (spèrz), rucola (carugla o rocla), scarpigno (scarpègn), strigolo (strig-li), tarassaco (sufiòn o pesalèt), vitalba (vidèlba), valerianella (gallina grassa).
Negli ultimi anni le erbe della civiltà contadina stanno vivendo un nuovo boom. Ai corsi ci sono una caterva di iscritti. Soprattutto sono state riscoperte a tavola.
Purtroppo c’è un ma: i veleni che si usano nell’agricoltura. Così i luoghi migliori sono le scarpate, le vicinanze ai fossi, i vigneti.