Guerra, ciao Riccione – Direttore, amici lettori della Piazza, con la guerra non riesco a scrivere delle cose che succedono attorno a me in quel di Riccione, il sindaco, la Mulazzani o Migani piuttosto di Airaudo: è veramente l’almadira, quello che rimane sulla spiaggia dopo la burrasca. La guerra sta distruggendo la gente, la distruzione e la morte non fanno distinzioni tra chi occupa e chi viene occupato, tra civili e militari; delle morti dei militari siamo costantemente informati dai media, delle vittime civili non sapremo mai il numero. Partono i bombardamenti e le borse salgono, si allungano i tempi della guerra e le borse scendono, così come il prezzo del petrolio, ma non scandalizza più nessuno se si fanno gli affari sulla guerra, magari contando i morti del giorno.
Si dice che in tempo di guerra la prima vittima è l’informazione, mai come questa volta le prime vittime sono state la verità e la ragione dell’uomo; la guerra si fa per il petrolio, ma chi dice la verità è amico di Saddam e chi dice che le prossime guerre si faranno per l’acqua è un catastrofista, ma intanto è Israele che decide quando la Palestina può aprire i rubinetti. A chi toccherà dopo l’Iraq? Su chi punterà non il dito ma i cannoni lo sceriffo Bush con gli amici Blair, Aznar e Berlusconi?
In molti hanno perso la ragione, non certamente coloro che continuano a manifestare per la pace, a chiedere la pace, a esporre la bandiera della pace: sono sempre di più le donne e gli uomini che non credono ai conflitti, ma alla ragione come strumento per risolvere i problemi. Perché non siamo ascoltati? Perché Bush eletto con il voto di meno di un quarto del popolo americano decide anche per tutti gli altri? Perché prega prima di annunciare la guerra, spera nell’aiuto di Dio? Perché pensa che Dio sia con lui e non con gli altri? Perché Dio non lo fulm??
Amici, mi fermo qui; non vorrei perdere anche io la ragione, mia nonna dice che chi ha giudizio l’adoperi, faremo bene a ricordarci al momento giusto, quello del voto democratico, di chi ha scelto la guerra alla pace, la forza della distruzione alla sapienza della ragione.