– Sindaco che cosa ha combinato in questi 11 anni di amministrazione?
“Poter sintetizzare questi anni con un numero: abbiamo costruito opere pubbliche per più di 60 miliardi delle vecchie lire, tra quelle realizzate dal Comune, più quelli di altri enti. Abbiamo realizzato piccole e grandi opere, visibili e non. Ad esempio a Misano non ci si allaga più, tranne quelle quattro dita nel nuovo sottopasso. Ad esempio abbiamo tombinato il rio Alberello fino alla Strada Statale.
Abbiamo lavorato in tutte le direzioni. Si è completato il centro sportivo, con il parcheggio e la pubblica illuminazione, rifatto gli spogliatoi al campo di via Platani e sottoposto a lavori robusti il campo alla Santamonica vicino al Conca.
Si sono effettuati arredi urbani a Misano Monte, Santamonica, Villaggio Argentina, Scacciano.
Senza contare l’aver messo mano all’edilizia scolastica. Tranne l’edificio di Misano Monte, tutti gli altri sono nuovi.
Interventi importanti sul patrimonio comunale. Penso alla ristrutturazione della scuola Bianchini (oggi sede di uffici comunali), al palazzo comunale.
Misano Mare, il capoluogo, è stata completamente trasformata. Il lavoro principe è il lungomare. E poi: via Repubblica, il sottopasso, l’arredo fino al mare nelle vie Marconi e Pascoli”.
Qual è l’opera che l’ha delusa?
“Non ci sono dubbi: via Repubblica. Con molta onestà mi aspettavo molto di più. Di fatto è una pavimentazione con panchine e cestini portarifiuti, ma è mancata la parte scenografica, come i lampioni”.
Qual è il rapporto con i Ds, il suo partito?
“Ho sempre avuto un rapporto ideale. Anche se ci sono stati momenti in cui si sono dovuti chiarire le cose. E sempre nelle sedi opportune. Ora il rapporto è ottimo. Devo dire che il rapporto che più mi ha dato soddisfazione è l’ottimo dialogo con gli alleati. Mi rinfacciano di essere un mediatore, che non sono un duro: a me interessano i risultati. Poi nessuno è perfetto. Devo anche dire che ho sempre avuto un ottimo dialogo con le associazioni di categoria. Ogni volta che ho alzato il telefono ho avuto ascolto e viceversa”.
Invece con le minoranze?
“Mi dispiace non essere riuscito a dialogare e devo dire che non è stato soltanto per colpa loro. Purtroppo ci siamo ridotti alle denunce ed ultimamente si va anche sul personale”.
Pensa che per le prossime amministrazioni comunali si possa fare l’Ulivo, più Rifondazione?
“Se, come tutti dicono, si va verso il bi-polarismo direi proprio di sì. Non capisco le differenze tra socialisti e Ds. E faccio capire le differenze tra riformisti e Margherita. Credo che l’Ulivo, più Rifondazione, debba essere più facile dato che io, ed anche alcuni assessori, ce ne andiamo. Sono del parere che il centrosinistra vada dal centro all’estrema sinistra come in Gran Bretagna”.