Tanto è che pensiamo in fondo di meritarcela. Per discutere della San Clemente del futuro abbiamo scritto, solo per spirito civile, fiumi di parole. Le abbiamo scritte anche (carta canta) quando le “cassandre urlanti” erano molto meno numerose e anzi, qualcuna faceva parte del coro cantante l’elogio della follia edilizia nascente. Qualcuno che allora mal sopportava le pungolature che giungevano dal nostro giornale come stimolo alla discussione. Non era e non è voglia di rinunciare allo sviluppo del paese o ai “numerosi posti di lavoro” che nasceranno. Questi sono da sempre l’alibi più facile e demagogo, dietro si nasconde chi non ha argomenti più consistenti da addurre. Da queste pagine da anni abbiamo cercato di far nascere un dialogo che qualcuno non ha mai accettato. Un dialogo che ora altri attori recitano e che non può che essere tardivo, inutile, polemico e astioso. Questo è solo responsabilità di chi fino ad oggi questo dialogo non lo ha voluto e nei fatti vi si sottrae. Se volere bene al proprio paese, al territorio dove si vive da sempre significa essere d’autorità iscritti al ” Club dei soliti Noti” : siamo felici di essere noti per avere tentato una battaglia civile e non per altro.
di Claudio Casadei