Se l’allenaza con questa giunta debba avvenire al primo turno o al secondo dipende solo da loro. I Ds non rappresentano più la sinistra classica. Sono piegati sull’amministrazione. Fanno senza coinvolgere il cittadino”
L’INTERVISTA
– Stefano Albani, Verdi, non lo dice ma lo pensa: spera in un’alleanza con Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Comitato della Fornace per chiedere a questa giunta più sociale, più ambiente, più scuola e meno grandi opere. I tre partirti insieme contano su circa il 12 per cento dei suffragi: determinanti forse per far vincere le elezioni al centrosinistra.
Sposato, una figlia, mente arguta, Stefano Albani è stato assessore fino all’agosto del ’98 quando il sindaco era Massimo Masini. Si dimise per la variante al Prg (Piano regolatore generale) sulla zona a mare.
Come muoversi in vista delle elezioni amministrative tra un anno?
“A noi interessa portare all’ordine del giorno della città argomenti oramai lontani dai Ds, tutta sepolta nella sua attività amministrativa e non più una forza di sinistra classica. Noi speriamo in un’alleanza con Rifondazione, Comunisti e quelli del Comitato della Fornace.
I diessini allo stato non fanno più attività politica ed effettuano delle scelte che sono delle autentiche contraddizioni rispetto agli ideali che professano. Sono completamente assorbiti dalle grandi opere e non al miglioramento dei servizi al cittadino. E su questo c’è da interrogarsi”.
Cosa intende?
“Questa giunta sulle scelte importanti non fa partecipare la città. Ha un comportamento di chiusura. Si presenta a chiedere il consenso nei vari quartieri quando ha già definito ogni cosa. Come esempio si veda il Palazzo dei Congressi. Il ruolo del cittadino non si può esaurire col mandato elettorale Ma deve continuare; si chiede forma di democrazia partecipata e non delegata. Credo che questo concetto dovrebbe essere l’approccio. Se l’amministrazione si chiude sarà sempre sollecitata e sotto il fuoco delle critiche”.
Cosa pensa delle grandi opere?
“I riccionesi non hanno scelto sulle cose da fare. Sulle singole questioni, dico che Riccione ha bisogno del Palazzo dei Congressi ma non lì e non a quei costi. L’impegno economico è gravoso. Altra scelta sbagliata è sull’area del Marano. Sulla colonia Reggiana viene eseguito un intervento al di fuori dell’impegno assunto con Rimini.
Si era parlato di un progetto comune per la riqualificazione, dove inserire dei servizi per il turismo. Invece, Riccione ha optato in contro-tendenza rispetto a quanto detto. E sulla colonia è stato presentato tutto a bando di concorso già fatto. Se il criterio di governo è questo, mi sembra che si sia tornati indietro rispetto agli anni precedenti”.
Cosa intende: il sociale perde i colpi?
“I soldi sono finiti. Se si investe sulle grandi opere non ci sono le risorse per la scuola, il verde, il sociale, o altri servizi aggiuntivi. Quando la sensibilità del cittadino sta crescendo su questi temi. A questo va aggiunto che i servizi riccionesi stanno perdendo di qualità. E siamo già in un periodo che si sta chiedendo di rifare l’arredo di viale Ceccarini e di viale Dante. Quest’ultimo: un intervento opulento ma senza qualità. Il deterioramento dei materiali utilizzati ne sono la prova”.
Che cosa si augura in per le prossimi elezioni comunali?
“Ovvio: la costituzione dell’Ulivo, aperto a Rifondazione. Se questo avverrà al primo o al secondo turno dipende da questa coalizione. Noi come Verdi ci presenteremo con i nostri 5 punti. Nel ’99 i nostri 9 punti furono tutti bocciati da questa giunta”.