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A Rimini è attivo uno dei centri di Fisiopatologia della riproduzione più importanti d’Italia. E’ guidato dal dottor Carlo Bulletti, un cattolico liberale. E che come tale è indignato nei confronti della nuova legge sulla fecondazione medicalmente assistita. Perché, spiega lui, riporta l’Italia nel novero dei paesi teocratici. Ma soprattutto perché, con una legge come questa, anche in un centro come quello di Rimini, che pur pone molta attenzione ad operare il più in linea possibile coi dettami della chiesa, vi sarebbe un calo di nascite che va dal 30 al 50 per cento.
Riportato in termini passati ciò significa che i circa 200 bimbi nati all’Infermi grazie a tecniche di fecondazione medicalmente assistita, non sarebbero mai nati, se ci fosse già stata la legge votata dalla maggioranza di centro-destra.
“Io sono un cattolico e anche obiettore per quanto riguarda l’aborto ebbe a dichiarare il dottor Bulletti, in occasione dell’approvazione della famigerata legge . Ma non posso che oppormi a questa legge rozza e profondamente lesiva per le donne in particolare, oltre che per le coppie che non possono avere figli”.
Tanto per toccare i punti più clamorosi, la legge non consente di fecondare più di tre embrioni per ogni ciclo di terapie. Il che significa che se un ciclo non ha esito positivo (nel migliore dei casi le probabilità difficilmente superano il trenta per cento), la donna deve tornare a sottoporsi alla stimolazione delle ovaie con ormoni. La cosa ha vari effetti negativi, in primis sulla salute della donna, e poi anche economici e di tempo. Tutto ciò sarebbe evitabile in moltissimi casi fecondando e poi congelando eventualmente gli embrioni in più.
Ma non finisce qui: se i tre embrioni si fecondano devono essere, per forza, impiantati tutti nel grembo della donna, anche se, specie nelle più giovani, questo è rischioso: potrebbe portare a parti trigemini.
La legge non consente poi la diagnosi preimpianto degli embrioni: significa che non si avrà più la certezza che gli embrioni trasferiti nel grembo della donna sono sani, ma se poi si scopre che vi sono malformazioni gravi si può intervenire con l’aborto terapeutico fino al quarto mese. Con quali conseguenze psicologiche e fisiche sulla donna è facile immaginarlo, ma l’assurdo sta nel fatto che pur di non sacrificare un embrione malato, si preferisce sacrificare un feto!
La nuova legge vieta inoltre decisamente la fecondazione eterologa, cioè con seme maschile o ovuli donati da una persona estranea alla coppia. Così facendo alle coppie in cui in uno dei due coniugi è del tutto sterile, il legislatore ha deciso di togliere anche all’altro coniuge la possibilità di avere un figlio, ingerendosi in una scelta che dovrebbe essere squisitamente interna alla coppia. Con la differenza che mentre ora il seme viene preso da un’apposita banca, con tutela dell’anonimato, poi le coppie sterili dovranno mettersi nelle mani di qualcuno, andarlo a cercare, mettendosi così a rischio di ricatti e con costi morali e psicologici infinitamente più alti.
Il dottor Bulletti fa poi notare che “Perché una legge sia rispettata dev’essere rispettabile. Questa non lo è, e quindi la gente non la rispetterà: andrà nei centri esteri, che stanno già nascendo ai confini con l’Italia. I ricchi senza troppi problemi, i poveri rovinandosi”. Traduzione sociale, avere figli per le coppie infertili, resterà un privilegio per ricchi.
E proprio sulla questione dei centri esteri, il dottor Bulletti non esclude di fare disobbedienza civile alla legge. “Intendiamoci, io sono del parere che la legge, qualunque legge, debba essere rispettata. Rispetto a questa ho dei dubbi laddove toglie la possibilità al medico di eseguire la miglior cura possibile per le coppie. Ci sono casi in cui, per la miglior cura possibile della coppia, non ci si può non rivolgere a centri esteri. Centri in cui si effettua anche (anche!) la fecondazione eterologa. Io, come medico, non posso più consigliare una coppia a recarsi in questi centri. Rischio conseguenze amministrative e anche penali. Ma questo va talmente tanto a detrimento delle donne e delle coppie conclude Bulletti che non eslcudo di applicare in questo punto la disobbedienza civile”.
Conseguenze? Il dottor Bulletti rischia la prigione, ma da questo suo coraggioso gesto potrebbe partire, incidentalmente, il ricorso alla Corte Costituzionale.
E chissà che da Rimini, ora centro all’avanguardia, non si parta contro una legge che danneggia le coppie sterili, le donne, ma soprattutto i bimbi: basti pensare a quei cento che, con queste norme, non sarebbero mai nati.
di Francesco Pagnini