– Iniziate nell’estate 1999, le ricerche archeologiche presso il castello di Coriano hanno ridato anima a un complesso che da tempo giaceva in condizioni di grave degrado.
La prima menzione del castello risale al 1197. Le testimonianze successive concordano nel descrivere una fortezza dalle dimensioni ridotte, fino a quando, nel 1356, Coriano entra nell’orbita malatestiana. Con l’entrata in scena dei Malatesta prende avvio un periodo fecondo, che vede diventare il castello di Coriano uno dei complessi fortificati più importanti della zona. Sotto la signoria di Roberto Malatesta, Coriano diventa residenza di villeggiatura della famiglia e l’intera fortificazione subisce radicali interventi strutturali con il rifacimento del muro di cinta e l’ampliamento del perimetro. Il castello rimane ai Malatesta fino al 1503, quando, con la fine del casato, passa alla Repubblica di Venezia. Nel 1508 il pontefice Giulio II riesce a recuperare Rimini, e, nel 1528, Clemente VII concede Coriano in vicariato a Giovanni Sassatelli. A questo periodo risale il rifacimento dell’ingresso. La nuova struttura, sulla quale campeggia, ancora ben visibile, lo stemma dei Sassatelli, fu elevata dopo i forti danneggiamenti provocati da un attacco dell’esercito spagnolo nel 1512. Intorno al 1580 i Sassatelli lasciano definitivamente Coriano allo stato pontificio. Il castello perde qualsiasi importanza di carattere militare e iniziano gli anni dell’abbandono e del degrado. Ad alterare irrimediabilmente lo stato del castello è, infine, la seconda guerra mondiale: nel 1944 sul crinale corianese avviene il sanguinoso sfondamento della linea gotica. Il castello, divenuto rifugio dei tedeschi, viene pesantemente bombardato dagli alleati. A noi resta oggi il compito di salvare le rovine dai danni del tempo e la nostra storia da quelli dell’oblio.