– Dopo 373 immagini bellissime e 192 pagine il libro termina a pagina 189 con le conclusioni corredate da tre iconografie: la firma dell’autore, la penna stilografica ed il miacetto, il dolce tipico di Cattolica. In mezzo i ricordi, i luoghi, i personggi ed i titoli di alcuni libri scritti da cattolichini: dagli anni Trenta fino ad oggi.
“C’era una volta Cattolica: ricordi e immagini” è il libro strenna 2004 della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Sarà presentato alla città al Teatro della Regina il 18 dicembre alle quattro del pomeriggio. Il volume verrà regalato a tutti i presenti. Stampato da Marchi & Marchi di San Giovanni, lo ha scritto il professor Guido Paolucci, uno degli oncologi pediatri più importanti al mondo.
Per certi versi si potrebbe definire il testamento civile di Paolucci e con lui lo specchio di un’intera comunità. Non è un caso che prima del visto si stampi, il prestigioso professore universitario a Bologna ha corretto le bozze ben sette volte; cosa neppure avvenuta per i non meno importanti testi scientifici.
Il filosofo Benedetto Croce ha scritto che ogni storia locale non può che essere universale. Paolucci fa intrecciare la storia di Cattolica con quella italiana. E’ un affascinante chiaroscuro che vuole illuminare gli enigmatici comportamenti degli uomini.
E’ un libro universale perché sono universali i ricordi, seppur cattolichini. Alcuni quadri: di gioventù (“I giochi ed il tempo libero”, “Il tempo delle mele”, “Andavamo a scuola in treno”), i luoghi del proprio paese o città (“La fontana delle Sirene”, “Via Dante”), i personaggi che ne hanno segnato la vita (Emilio Filippini, Guido Mancini, Elvino Galluzzi, Pino Rossi, Atos Lazzari, Sergio mazzoni…) ed alcuni libri come testimoni. Questi gli ingredienti fondamentali dello speciale miacetto culturale cucinato con leggera passione da Guido Paolucci.
Cattolichino, 72 anni, sposato, tre figli, l’insigne studioso ha due forti interessi: la storia locale e l’informatica. Il libro racconta con scrittura elegante, viva, piacevole. L’uomo è discreto, dotato del senso dell’amicizia, dell’ironia sottile, ha avuto il talento e la forza di coniugare il piacere del lavoro alle bellezze della vita: con profondità e disincanto. Se alla fine come ha scritto lo scrittore Carlo Bo resta solo il bene che si è fatto, Paolucci ha costruito una montagna altissima nella medicina. Ora anche nella microstoria della propria città.
Dietro la pubblicazione c’è la storica sensibilità della Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Che da anni edita libri di storia locale che hanno l’ambizione di conservare alle future generazioni i tanti venti della propria storia.
“Il nostro istituto di credito – riflette Fausto Caldari, il presidente – ha forti responsabilità sociali verso la propria comunità. Due su tutte: accrescere la produzione dei beni e sviluppare la cultura. E’ solo attraverso la conoscenza delle radici che la società non taglia il meglio prodotto da se stessa”.