– Vincenzo Cecchini, cattolichino verace, pittore e poeta. Artista. Una bella raccolta di poesie dialettali. La scelta del dialetto non è casuale, perché riesce a trasmettere colori e sapori stratificati, e anche profondità e ironia. Le poesie di Cecchini sono prevalentemente brevi, poche righe. Sembrano pennellate leggere, quasi delle velature, che dischiudono fessure dove si sbirciano sentimenti, ricordi, la quotidianità, il fluire del tempo e della natura. Fessure che poi spalancano l’universo perché presi dolcemente per mano dal linguaggio della poesia.
Nelle sue poesie c’è sì l’amarcord, ma i ricordi dei luoghi e del tempo passato, non assumono la retorica della nostalgia, ma prevale la riflessione distaccata, spesso divertita e dissacrante. Ne scaturiscono, a volte, pillole di saggezza filosofica determinate dallo spiazzamento che si prova constatando quanta profondità si possa cogliere anche nella banalità; tutto questo sostenuto dall’ironia e dall’autoironia. Una profondità di pensiero senza scomodare citazioni e grandi pensatori, che scaturiscono dalla semplicità della vita quotidiana, dall’osservazione della natura, dalla capacità del poeta di isolarsi dal frastuono assordante e dal luccichio abbagliante che si abbatte tutt’intorno, per ascoltare le piccole vibrazioni della vita e del pensiero.