– Un mercato basato sull’etica, così come dovrebbe essere in tutte le professioni, un’attenzione particolare ai rapporti umani, sia tra gli associati che con i clienti, per fare di Morciano un centro commerciale a misura d’uomo e dove ci si senta di casa. Sono alcuni punti fermi di Pier Paolo Comanducci, da maggio presidente dell’associazione commercianti di Morciano, da 32 anni come servizio contabile, ma come sindacato dai tempi del fascismo.
Quarantadue anni, sposato con quattro figli, un passato a Coriano, nato a Montescudo, vive a Morciano. Un passato nella ristorazione, con stagioni sia estive che invernali (in Baviera), da 10 anni è proprietario della bottega “Custode degli Antichi Sapori”, dove sposa la passione innata per la buona cucina e soprattutto la qualità del cibo con la sua anima di commerciante. Ama incontrarsi con gli amici di quando era a Coriano, una trentina di famiglie che passano giornate insieme, spesso in autogestione, e si danno una mano a vicenda per risolvere eventuali conflitti e problemi legati alla famiglia ed alla genitorialità.
E’ presidente dal maggio del 2003, prendendo il posto di Zanca.
“Sono rimasto sorpreso – racconta Comanducci – perché è stata una indicazione di alcuni colleghi e per la fiducia ottenuta nonostante la mia età ancora giovane”.
Come è stato il primo impatto in associazione? “C’era molto da costruire, soprattutto in termini di rapporti umani, tra i commercianti, gli associati, e anche un rapporto nuovo con le istituzioni, il Comune in primis. Condizione fondamentale il linguaggio semplice e coerente, e l’impegno, nei limiti del nostro ruolo, che è di volontariato sindacale a tessere relazioni umane che diano un volto alle istituzioni. Quindi molti incontri con i colleghi per ascoltare le esigenze, mantenendo sempre fermo lo sguardo alla collettività e non all’individualismo”.
Qual è il vostro rapporto con l’amministrazione comunale? “Il rapporto è buono. C’è reciproca disponibilità di ascolto e collaborazione.
Grazie al lavoro svolto è nato un comitato per organizzare le festività natalizie, formato da gente eterogenea, motivata e con la passione per il nostro paese. Grazie a loro abbiamo fatto di Morciano una città che oltre ad un importante richiamo commerciale, ha offerto un’atmosfera famigliare e umana a chi vi veniva a far spesa, con la musica, le luminarie, gli animali per le strade, per dare un forte senso di accoglienza”.
Come sono le aspettative per il 2004? “Non mi sento di dire che le aspettative siano eccezionali, come si sente spesso. Fortunatamente per quel che ci riguarda crediamo che Morciano sia un richiamo forte perché offre una gamma commerciale molto diversificata e alternativa all’omologazione della grande distribuzione. Basandosi sul commercio di tipo famigliare, credo che terrà bene, anche per l’animo commerciale che le è innato. C’è anche una classe di giovani che vuole scommettere sul futuro del commercio a Morciano”.
Che rapporto c’è tra l’etica e il commercio? “L’etica deve essere la base di tutte le professioni, quindi anche del commercio. E’ un guaio per l’umanità intera sganciare l’etica dalla professione che si porta avanti. Preferisco un volto umano del commercio quindi, famigliare e tra galantuomini. Esempi recenti di disastri finanziari che hanno mandato in rovina famiglie di investitori e famiglie di produttori per grandi aziende dimostrano che l’economia risente di questa mancanza di rapporti umani, fisici. In questi ultimi casi siamo stati fortunati perché c’è stato l’euro, e pur notando alcune disfunzioni e qualche furbo, è evidente che se fossimi ancora legati alla lira, il tracollo sarebbe stato di dimensioni molto più devastanti. Credo quindi che oltre al proprio rapporto personale con l’etica siano molto importanti i rapporti umani, spero quindi che sia questo il volto del commercio di Morciano e speriamo che altre persone dinamiche vogliano aggregarsi a noi per lavorare insieme”.