– “Le banche devono recuperare i valori per cui sono nate 100 anni fa: fare solidarietà e praticare la giustizia”. Così Vittorio Taddei è andato ad incominciare nell’incontro ufficiale in cui ha raccontato la nascita della Banca Etica a Rimini avvenuta ufficialmente lo scorso 16 giugno e della quale è stato eletto presidente. Imprenditore a capo di un’azienda che produce abbigliamento (con una forte presenza sui mercati esteri, “Terranova” il suo marchio più noto).
“La società – ha proseguito nella sua argomentazione – ha bisogno di un altro fare. Va diffuso un nuovo tipo di cultura imprenditoriale, dove parte degli utili devono essere redistribuiti per il bene sociale. Il profitto per il profitto non regge più: cosa vale conquistare il mondo se poi si perde l’anima?”.
Taddei ha citato il papa Giovanni Paolo II: “La banca deve fare cultura di solidarietà. La banca è uno strumento per diffondere la giustizia e la pace”.
La neonata banca etica si chiama Eticredito Banca Etica Adriatica. I soci fondatori sono 56. I maggiori: Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, Fondazione Cassa di Risparmio di San Marino e la Società di mutuo soccorso di San Marino.
E’ molto probabile che il primo sportello venga aperto a Rimini tra la fine del 2005 o i primi del 2006. Presto verrà presentata la domanda alla banca d’Italia. Che tra l’esame ed il benestare richiede un tempo tecnico di 6-8 mesi. Poi ci saranno 12 mesi per renderlo operativo.
Si rivolge ad una “clientela poco appetibile”: “Si vanno a finanziare le persone e non il patrimonio a garanzia. Soldi alle prime case, l’agricoltura biologica, centrali eoliche, l’artigianato con l’uso di materie prime naturali.
Naturalmente la sfida per concretizzare la bella idea c’è. Taddei: “Le parole si fanno presto a dire; noi dobbiamo rispondere con i fatti.
“Non è un’impresa facile. E’ molto difficile”. Il pensiero è di Alfredo Aureli, uno dei titolari e timonieri dell’Scm: la persona che ha avuto l’idea.