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– Prima di tutto l’onestà
Qualche tempo fa sono stato interpellato per un sondaggio telefonico. Dopo varie domande mi si pone il quesito sulle caratteristiche del candidato sindaco. La mia interlocutrice inizia a snocciolare una casistica di potenziali risposte… la blocco e rispondo: ‘mi scusi, ma prima di tutto deve essere onesto’. Lei rimane perplessa, e candidamente dice che l’onestà non era contemplata nelle risposte. Accidenti! visto il dilagare del malaffare, pensiamo proprio che l’onestà sia la prerogativa principale per ogni candidato a gestire la cosa pubblica. Insomma, questione morale al centro e basta furbi!
Altre qualità e princìpi
Aggiungiamo altre qualità e princìpi fondamentali: umiltà; sobrietà nella gestione delle risorse e nei comportamenti; laicità (come garanzia del pluralismo religioso e culturale); solidarietà per farsi carico anche di quei cittadini emarginati dalla società; assenza di conflitti di interesse; trasparenza negli atti; favorire la partecipazione democratica dei cittadini; concertazione con le parti sociali; rendere la macchina burocratica efficace per favorire il cittadino; valorizzare chi ci lavora (premiando i meritevoli, non i cortigiani); concepire la diversità come un valore; tutela dei diritti di tutti e fare rispettare i doveri a tutti; certezza delle regole; rafforzare il senso di appartenenza senza cadere nella retorica campanilistica; difesa dei valori della Costituzione; garantire la sicurezza dei cittadini senza scadere nella caccia alle streghe.
Un ‘patto di cittadinanza’
Fare crescere la comunità senza prospettare solo scenari di maggiore ricchezza materiale, ma creare quel patto di cittadinanza tra cittadini e istituzioni, dove la partecipazione corresponsabile nella pari dignità, crei quella coesione sociale dove tutte le parti in causa si fanno carico degli oneri e degli onori di un progetto comune, dove si mettono insieme risorse economiche, idee, uomini e capacità. Valorizzare i luoghi dove gli individui diventano cittadini, tipo l’associazionismo.
L’esasperazione della retorica della modernizzazione può portare una limitazione dei diritti, che poi punisce i meno abbienti e i più deboli. “La riduzione del Welfare non è indice di modernità, ma cedimento a tentazioni autoritarie e foriero di esclusioni sociali” (Paolo Leon, economista).
Politici attaccati alla poltrona
Vedere tanti politici attaccati morbosamente alla poltrona, suscita pena e irritazione. La gestione del potere viene sempre più personalizzata, ciò mina alla radice la possibilità di un effettivo rinnovamento della classe politica dirigente, favorisce privilegi, zone grigie di connivenze, e crea rischi di alterazione nel delicato equilibrio tra pubblico e privato.
Politica & affari
Va preso con attenzione l’allarme del politologo inglese Colin Crouch: “Il pubblico si ritira mestamente, mentre l’impresa esaltata penetra con impressionante forza d’urto nel politico e lo riduce ad una sua docile appendice. Si realizza così una commistione inestricabile tra politica e affari. I partiti, sempre più autoreferenziali, si evaporano, la politica è sempre più modellata sull’azienda privata, e dove prima c’era l’interesse generale, prevale il marketing, non riuscendo più a districarsi dall’inquietante ginepraio affaristico e lobbistico”.
Insomma, bisogna rimettere al centro della politica l’interesse generale, il ruolo del pubblico e della sua efficienza. “Il mito dell’imprenditore è al tramonto” (Ilvo Diamanti, sociologo), ma soprattutto lo è l’idea dello Stato-azienda, del Comune-azienda, dove il premier o il sindaco, più o meno unti dal Signore, giocano a fare gli imprenditori con i soldi dei cittadini. Alla base della cosa pubblica c’è l’etica dell’interesse generale; dell’impresa privata c’è il profitto individuale. Cose assai diverse.
Programmi locali-globali
Tra pochi mesi saremo chiamati a rinnovare le amministrazioni locali. Dobbiamo fare programmi che si consumano solo entro i confini di una città o provincia? Crediamo di no. I partiti e i candidati dovranno dare ai loro progetti quel respiro generale (e l’emozione) che la nuova situazione globalizzata richiede. Una città come la nostra che vive prevalentemente di turismo e con altre attività integrate nel sistema macro-economico, non può fare a meno di avere un’idea, una idealità, un progetto di soluzione anche dei grandi problemi… perchè inevitabilmente condizionano anche i destini dell’economia locale: guerra-pace, risanamento ambientale, sviluppo compatibile, immigrazione, democrazia, sicurezza, pluralismo dell’informazione e d’impresa, povertà (spreco di risorse umane e causa di odio e disperazione), ingiustizia sociale, multiculturalismo, integrazione europea… Le sfide oggi sono ardue, molti parametri sono saltati, ci vogliono persone che siano più aperte, più coraggiose, e sicuramente contaminate da quei fermenti che hanno caratterizzato il mondo in questi ultimi anni. “L’idea di una crescita a tutti i costi non è più possibile. Si scoprono altri valori in alternativa allo sviluppo e al consumismo” (Umberto Galimberti, filosofo).
La crisi economica e il taglieggiamento dei redditi medio-bassi, hanno ampliato a dismisura il numero delle famiglie povere. Questo non è un buon segnale per la prossima stagione turistica…
Cattolica città ‘drogata’
Cattolica, ma non solo, è ormai una città ‘drogata’ dalla speculazione edilizia. Enormi risorse economiche vengono sottratte alle attività produttive per irrobustire la rendita: meno alberghi, meno attività industriali, artigianali e commerciali e tanto mattone per le seconde e terze case. Insomma, è solo speculazione! Questo ha portato il costo degli appartamenti a cifre esorbitanti. Affitti immorali costringono le famiglie (soprattutto i giovani) a fuggire da Cattolica. Affitti indecenti stanno strozzando le attività artigiane e commerciali, perchè impossibili da ammortizzare con una normale attività. Risultato: chiusura di piccole e medie unità produttive. Visto la mole di uffici, negozi… già in costruzione, in progetti in via di attuazione, e la prevedibile fine della bolla speculativa del mattone, provocheranno una situazione di tante piccole cattedrali nel deserto. Insomma, dietro il luccichio, c’è un’altra faccia della città.
Appello all’unità dei partiti e movimenti del centrosinistra
L’appello alla vera unità dell’Ulivo e di tutte le forze del centrosinistra, firmato da centinaia di politici ed esponenti del mondo della cultura e della società civile, va nella giusta direzione nella battaglia contro il governo Berlusconi, ma anche per le realtà locali. “La domanda più forte e insieme più costante rivolta dagli elettori di centrosinistra è una domanda di unità. (…) L’unità si costruisce dal basso e dall’alto tramite un chiaro impegno programmatico che faccia capire ai cittadini su che cosa ci si divide e su cosa ci si distingue, al di fuori di ogni preclusione preconcetta. (…) Per superare l’attuale crisi di credibilità in cui versa la politica nel nostro paese occorre affrontare in modo contestuale i programmi, le regole e le forme dell’unità politica, occorre aprirsi al paese, ascoltare e interpretare le nuove culture che vanno formandosi all’interno del movimento ambientalista e pacifista che sta riportando le nuove generazioni sulla scena della politica planetaria”.
di Enzo Cecchini