– Caos assoluto. Incontri di preparazione a 360 gradi. Questa la situazione politica misanese in vista delle elezioni comunali del prossimo giugno. In marzo, in ogni caso, i giochi saranno già fatti.
La serata sintesi dello scacchiere politico misanese la si può leggere nella serata dello scorso 17 febbraio. Una corrente misanese di Forza Italia, leader Daniele Marcheggiani e Goffredo Amadei, invitano a Portoverde, davanti ad un piatto di tagliatelle dai sapori da mandare a memoria, gli uomini di tutti i partiti: sia di maggioranza, sia di minoranza. Dovevano incontrare Gian Franco Micucci ed offrirgli la candidatura a primo cittadino di Misano. Nella minoranza c’erano esponenti di rango di Alleanza nazionale, Lega nord. Erano stati invitati anche socialisti e rifondaroli, ma non si sono presentati. Invitati e presentatisi anche uomini della maggioranza, margheritini e diessini delusi da questa amministrazione e forse anche dalla prossima. La serata ha un significato simbolico: i partiti sono meno granitici di un tempo e si va verso apparentamenti di vedute simili, o di convenienza. Insomma, la sensibilità politica della classe dirigente misanese sta mutando.
Nella casa del centro-destra, tutti sperano in un’unica lista. Ora ce ne sono troppe. Con ordine. Michele Laganà con la Tua Misano ha già strizzato l’occhio a Luigi Padula, coordinatore misanese di Forza Italia ed ad uno dei tre circoli misanesi di An, quello di Gennaro Sasso. Il secondo circolo di An, Gens Mesia, uomini di spicco Maurizio Mingozzi, Eros Monticelli e Egidio Serafini, è in mezzo al guado. Sperano in una lista unica, altrimenti hanno davanti due possibilità: appoggiarsi a Laganà, oppure far confluire i voti su un’eventuale lista dei Socialisti per Misano.
L’altro circolo di An, il Fini, Rosario Zangari, presidente, con l’appoggio di Rimini, ha già un suo candidato a sindaco, Maurizio Vandi (sostenuto anche dall’Udc di Amdrea Muccioli). Ma che significato politico avrebbe una simile situazione? Sarebbe un inutile sperpero di voti ed energie.
Più chiaro, ma non per questo meno intrigante i flussi nel centrosinistra. La maggioranza, Ds-Margherita-Comunisti italiani, ha incontrato Rifondazione comunista e Socialisti ma hanno perso una serata per una parola, “esistenti”, sulle scuole private misanesi, ovvero quelle di don Angelo e delle suore. L’incontro degli incontri, tra i 5, sulla carta, è il 5 marzo. Sempre sulla carta tutt’e tre i partiti vorrebbero convolare a nozze con Socialisti-Rifondazione, autori in questi 5 anni di un’opposizione forte in Consiglio comunale. Da sinistra l’opposizione vera al centrosinistra. Il nodo verrà sciolto anche in relazione alle mosse del centro-destra. Una lista unica significherebbe avere una sola lista tra i 5. Altrimenti, l’accordo nel centrosinistra potrebbe saltare non per ragioni di programmi e uomini, ma per la suddivisione delle cosiddette poltrone: la gestione vera del potere.
Che una comunità sia a questo livello potrebbe indignare, ma rappresenta anche un senso forte di partecipazione, di cambiamento. Dinamismi che richiedono la giusta mediazione. I destini veri comunque sono nelle mani dei misanesi.