– Gioenzo Renzi è il Catone della destra riminese. Romagnolo, classe ’46, sposato, due figli, divide la giornata tra due impegni fondamentali: la banca in cui lavora dall’età di trentaquattro anni e la sala consiliare del Comune di Rimini. Consigliere dal ’85 al ’94 e dal ’99 ad oggi, da due anni è anche presidente provinciale di Alleanza Nazionale. Laureatosi in Sociologia all’Università di Trento, Renzi ha le idee molto chiare sul suo impegno nella giunta comunale del sindaco di Rimini Alberto Ravaioli.
Che cosa significa per lei fare politica?
“Si tratta di conoscere, interpretare ed affrontare i problemi della gente e perseguire il bene comune. Un impegno continuo, concreto. Per me è anche esprimere la mia sensibilità verso le tematiche sociali di cui avverto l’importanza sin dai tempi del Valturio”.
Il suo cavallo di battaglia?
“Fare in modo che ci sia legalità negli atti amministrativi, il che significa regole uguali per tutti perchè in questo momento non è così”.
La cosa che non le interessa?
“Il potere fine a se stesso, c’è già chi lo pratica. E poi l’individualismo esasperato, l’egoismo, i campanilismi, gli interessi di bottega”.
Lei solleva temi “forti”, spesso sono “urla”. Perché?
“Sì, è vero. Lo faccio perché credo che certi schemi siano ormai logori e che sia ora di uscire da alcuni giochini. In ogni caso non si tratta mai solo di critiche. In tutte le mie battaglie amministrative ho sempre proposto la soluzione”.
Cosa c’è che non va nella politica locale di oggi?
“Credo che i partiti e la politica non stiano assecondando i bisogni delle persone. Auspico e sono convinto della necessità che la politica torni ad essere più coerente con il compito con la quale è nata: il governo della città. L’impegno per il pubblico deve tornare”.
In che senso?
“La mia percezione è che la gente avverta nuovamente l’importanza di un ritorno alla vita comunitaria. Il cittadino è disponibile ad aiutare, collaborare e riconosce l’utilità di essere una comunità, unita, con spirito di appartenenza alla città. Lo dimostrano le numerose iniziative di successo nel volontariato”.
Un obiettivo irrinunciabile?
“E’ fondamentale che le questioni ritornino ad essere trattate nell’interesse generale e non in ambiti privatistici con logiche ristrette per favorire un gruppo piuttosto che un’altro. Evitare di buttare soldi pubblici, fare in modo che la classe politica locale sia trasparente, responsabile e credibile”.
Come vive i rapporti con la maggioranza?
“Il confronto tra maggioranza e minoranza ritengo debba essere di alto livello. Alla fine deve passare chi ha le idee migliori per l’interesse della nostra comunità. Ma non è sempre facile lavorare con questa visione. Molto spesso prevale la logica del consociativismo e dello scambio di favori, anche nei confronti della minoranza stessa”.
Ci sono voci circa tensioni alla vita interna al suo partito?
“All’interno di Alleanza Nazionale a Rimini mi sembra che ci sia solo qualche problema personale. Sinceramente faccio di tutto perché ci sia discussione politica, partecipazione con idee e progetti da portare avanti con impegno e non la rivendicazione di poltroncine. Massima apertura dunque verso tutti coloro che credono in questi principi e che vogliono lavorare”.
di Domenico Chiericozzi