– Il Carlo Brigo è tra i maggiori tornei delle provincia di Rimini riservato alla categoria Giovanissimi. Interprovinciale, da sempre, vi partecipano molte squadra marchigiane. Il fischio d’inizio è il 5 aprile, quello di chiusura il 16 maggio. Le due finali (terzo e quarto posto e per il torneo, si giocano), si disputano, rispettivamente, alle 3 del pomeriggio ed alle 6 di sera. Ad assistere allo spettacolo delle 30 formazioni sono previsti almeno 5.000 appassionati, stadio pieno per la finalissima. Insomma, Morciano per più di un mese diventa la capitale provinciale del calcio giovanile.
Dice Gian Marco Baldini, il giovane presidente del Sanclemorciano: “Lo sforzo organizzativo della nostra società è importante. Vi lavorano, con grande passione, almeno una ventina di persone. Un grazie particolare va ai nostri sponsor ed all’amministrazione comunale per il loro contributo. In questo modo si onora il ricordo di Carlo Brigo e si dà importanza al calcio giovanile”.
La prima volta che Morciano vinse il torneo fu alla quinta edizione. Quella squadra era guidata da Giorgio Pasquinelli, allenatore del settore giovanile del Morciano fino a pochissimi anni fa. Sessantasette anni, Pasquinelli, portiere, ha giocato a calcio fino a 42 anni. Ha militato anche in serie C, nel Siena.
In questi anni, il Brigo è alla XXV edizione, hanno pestato il rettangolo verde morcianese ragazzi che poi hanno fatto strada. Qualche nome su tutti: Ambrosini, Igor Protti, Andrea Del Bianco, Stefano Protti.
I PARTECIPANTI
Sedici formazioni
– Il XXV torneo giovanile Carlo Brigo, riservato ai ragazzi nati nell’89, viene disputato da 16 squadre. I nomi e gli accoppiamenti del primo turno: Savignano CDR, Real Montecchio; Coriano, Vis Pesaro; Delfino Fano, Bellaria; Marignano, Asar; Usav Pesaro, Misano; Cattolica, Azzurra G. C.; Cattabrighe, Rimini; Tre V, Del Conca.
IL PERSONAGGIO
Carlo Brigo, uno degli Amici del sabato
– Carlo Brigo muore la mattina del 25 agosto del ’78. Era ricoverato all’ospedale di Cesena. Scrive Dino Muratori sull’Ape del Conca di settembre: “Poche ore prima ci aveva telefonato dall’ospedale di Cesena e noi, felici di quella telefonata che rappresentava un miglioramento delle sue condizioni fisiche, abbiamo scherzato fino alla fine della conversazione”.
Continua Muratori, tratteggiando il personaggio, uno della combriccola degli Amici del Sabato, con i quali si vedeva per andare al ristorante, giocare a poker e scherzi goliardici: “A Carlo piaceva mettersi in mostra, un microfono l’attirava, un riflettore l’affascinava; adorava la coreografia, amava lo sfarzo. Glielo abbiamo dato come estremo saluto”.
Il suo fu un addio molto partecipato. Ci fu un saluto con la bara in mezzo al campo sportivo. Carlo Brigo era stato uno dei responsabili del settore giovanile del Morciano Calcio. Chiamava tutti i ragazzini: “I miei bambini”.
Ma com’era l’uomo Brigo? Scrive su quel numero dell’Ape il dottor Lanfranco Pedriali, uno degli Amici del Sabato: “Le circostanze sfortunate della sua vita, la tristezza della sua condizione umana, sono state certamente la molla del suo interesse verso i giovani, verso lo sport e le varie attività sociali: era un modo di superare il senso di profonda solitudine”.
Continua: “Carlo certamente non era perfetto: era permaloso, collerico, facile alla gelosia, specie verso chi poteva essergli rivale in certe funzioni sportive o teatrali. Ma tutto questo, proprio perché molto umano e scoperto, ce lo rendeva più caro e umano”.
Carlo Brigo era un signore che sapeva farsi voler bene. Chiude Pedriali: “Con Carlo se n’è andato uun pezzetto della nostra vita”.
Vita che rivive attraverso un torneo.