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Inceneritore, braccio di ferro cittadini-Hera?

Redazione di Redazione
4 Novembre 2004
in L'inchiesta
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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– Il potenziamento dell’inceneritore di Raibano rappresenta la strana complicazione della vita in una realtà dall’apparenza molto semplice: smaltire i rifiuti in modo intelligente, con al centro la salvaguardia dell’ambiente in un contesto economico sobrio. Punto. I cittadini dei tre comuni che lo hanno in casa, l’inceneritore, Riccione, Misano e Coriano (circa 50.000 abitanti), non lo vogliono.
Hera, la società pubblica proprietaria, controllata anche dai comuni, dunque dai cittadini, di Riccione, Misano e Coriano, che non solo vuole l’inceneritore ma ci vuole costruire anche una bella centrale elettrica. Inoltre, Hera, agendo come un qualsiasi privato, ha venduto azioni sul mercato con un programma industriale ben preciso: fare il quarto forno e tirar su la centrale elettrica.
I politici di Riccione, Misano e Coriano prima hanno votato in Consiglio comunale sì al piano industriale di Amia (oggi Hera) nel 2001, la loro-nostra azienda, sia per la quarta linea, sia per la centrale elettrica, ora invece dicono di no.
Poi c’è il Consiglio provinciale. Parte della maggioranza (Verdi, Comunisti italiani, Rifondazione) e tutta la minoranza sul no, alla proposta di Hera; eccezione forte il presidente della Provincia, Nando Fabbri ed i Ds. E da Fabbri, uomo intelligente quanto abile, ci si aspetta che abbia idee alte, importanti, con al centro l’ambiente e la salute delle 50.000 persone che orbitano su Raibano ed i turisti che vengono ad affollare Riccione.
Insomma, tale scenario è un autentico rompicapo. In realtà è tutto molto chiaro e su questa partita cittadini e politica, potrebbero fare bene a riflettere su quale tipo di sviluppo darsi. Andiamo con ordine.
I rifiuti
I 270.000 abitanti della provincia di Rimini producono 230.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Di questi 100.000 vengono inceneriti, mentre gli altri vengono portati in discarica nel Forlivese, a Sogliano. Ma nel giro di pochi anni, la legge afferma che ogni provincia deve auto-smaltirsi il rifiuto. Oggi, smaltire una tonnellata di rifiuto indifferenziato costa 194 euro; 175 con la raccolta differenziata.
La Provincia
La Provincia attraverso il cosiddetto Piano dei rifiuti vuole risolvere il problema. Cesarino Romani, Verdi, assessore provinciale all’Ambiente: “Voglio partire da questo dato: la Provincia ha accolto nella quasi totalità tutte le modifiche suggerite dalla Conferenza del piano. Noi si parte da questo dato; ogni anno la provincia produce 230.000 tonnellate. Cifra rimasta invariata da un paio d’anni, invece su un periodo più lungo la provincia ha avuto un incremento del 3 per cento l’anno. Dunque, la buona politica dovrebbe proiettare la crescita ai prossimi 15 anni e su quella trovare delle soluzioni”.
“Soluzioni – continua l’assessore verde – che sono quattro: ridurre i volumi attraverso acquisti intelligenti, aumentare la raccolta differenziata, portandola ad almeno il 40 per cento; anche se io credo che dobbiamo arrivare al 50 per cento, coinvolgendo cittadini ed istituzioni, potenziare l’inceneritore e prevedere anche una discarica.
Il Piano dice costruiamo il quarto forno capace di distruggere 120.000 tonnellate, da affiancare alla terza (capacità di 70.000 tonnellate). Tecnologicamente all’avanguardia, le due linee devono lavorare al 75 per cento delle potenzialità, per garantire ai cittadini dei buoni risultati ambientali”.
“Tuttavia – argomenta Romani – dobbiamo prevedere anche una discarica, sia per il quotidiano, sia per le emergenze. Dentro la cornice, chi amministra deve risolvere i problemi partendo dalla nostra cultura, dico che chi ha proposte migliori rispetto al cittadino, all’ambiente, ad un contesto economico sostenibile si faccia avanti”.
Piano Hera
Hera è la mega società pubblica che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Vuole effettuare l’investimento per il quarto inceneritore (50 milioni di euro), tecnologia a cosiddetta griglia (è questa il meglio che c’è sul mercato?) ma vuole sparare al massimo tutta la struttura ed affiancarvi una centrale elettrica.
Su posizione di critica riflessione anche Adriano Torsani, assessore all’Ambiente di Misano. Afferma: “Credo che debba essere la politica a fare il Piano e la sua società di servizi, Hera, ad adeguarsi. E non l’esatto contrario”. “Quando il Piano venne presentato ai consigli comunali nel 2001 – continua Torsani – una serie di informazioni non vennero dette. E credo che in pochi lessero le centinaia di pagine presentateci. A livello personale, dico no alla centrale termo-elettrica; abbiamo le spiagge ad un chilometro. L’elemento base del nostro futuro è aumentare la raccolta differenziata. E credo che la strada imboccata dai 3 comuni sia quella giusta”.
Nando Fabbri
Il presidente della Provincia Nando Fabbri è il grande sostenitore della costruzione del quarto forno e della centrale elettrica a Raibano. Insieme a lui, almeno ufficialmente, ha tutti i consiglieri diessini, compresi quelli eletti nei collegi di Misano, Coriano e Riccione. Se tale schieramento dovesse restare fermo in Consiglio provinciale potrebbe finire in minoranza. Infatti, 4 consiglieri della maggioranza, due di Rifondazione, uno dei Comunisti italiani ed il verde, più il dipietrista confluito nel gruppo misto, lo impallinerebbero senza troppi patemi non meno che non malcelato piacere. Ce le vedete Fabbri che finisce sotto? E’ troppo abile, troppo politico, troppo navigato, anche se negli ultimi tempi ha perso l’inscalfibile calma. Inoltre, la provincia si spacca: da una parte la Valmarecchia, dall’altra la Valconca. Quasi quasi potrebbe nascere il movimento per una nuova provincia, con Riccione come capoluogo.
Ma il quarto forno e la centrale elettrica serve all’economia della provincia? Serve alla natura? Serve ai cittadini? Oppure è soltanto una questione economica che passa sopra l’ambiente?

di Francesco Toti

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