– Massimo Gottifredi, assessore provinciale al Turismo, non è mai banale. La sua parola d’ordine, sia per gli amministratori, sia per gli imprenditori del turismo è: “Lavorare per un turismo durevole”.
Quarantuno anni, sposato, due figli, parla 3 lingue: spagnolo, inglese e catalano (forse uno dei pochi in Italia). Parla spagnolo e catalano perché per 3 anni lavorò alle organizzazione delle Olimpiadi di Barcellona. Appassionato di letteratura (Borges e Marquez, gli autori preferiti) e di storia (Medio Evo, il suo periodo). Porta un cognome di origine tedesca che significa in pace con Dio. Cognome affibbiato a coloro che al seguito di Goffredo di Buglione parteciparono alla Prima crociata. E’ assessore provinciale al Turismo dall’89.
Che cosa ha combinato la Provincia in questi anni?
“Ha rimesso al centro della politica turistica l’idea della grande riviera di Rimini. Lo ha fatto in modo equilibrato, soft e determinato. Nel senso che rispetto alle politiche regionali abbiamo messo al centro la tessera della specificità. Affermare il sistema Rimini significa differenziarlo. Significa dire che è diverso da Comacchio. E questo fattore crea il cosiddetto valore aggiunto. Credo che siamo tra le poche province in Italia a spendere una cifra considerevole per la promozione, circa 1,5 milioni di euro. L’altro elemento di cui siamo contenti è quello della comunicazione. Abbiamo affiancato lo strumento Internet e creato il marketing di distretto, che ha lo scopo di tenere insieme tutti i nostri progetti”.
E come vi siete mossi invece sul fronte del futuro?
“Dobbiamo assolutamente fare ragionamenti di prodotto. Su questa traccia si va a collocare l’aver sostenuto la Signoria dei Malatesta. Ovvero impreziosire l’immagine dell’entroterra che è fatta di cultura, arte, eno-gastronomia. Un’identità che merita di essere conosciuta. L’entroterra non è un’offerta in più per chi viene al mare, ma è una delle offerte. Parallela alla Signoria dei Malatesta si è imposta la Strada dei vini, che tradotto in soldoni significa raccontare il vino in luoghi giusti.
L’altro tema forte per guardare al futuro è la sostenibilità, che significa investire sulle strutture ricettive e sulla natura. Queste sono condizioni base per essere competitivi e richiede la qualità al posto della quantità. Insomma, bisogna lavorare per un turismo durevole. La provincia di Rimini deve percorrere due strade: la destagionalizzazione e l’internazionalizzazione. Con l’ingresso nell’Unione europea si allargano le opportunità. Certo è più facile rivolgersi solo al mercato interno del turismo; quello internazionale è più difficile ed è composto da più competitori.
Altro elemento fondamentale per il nostro futuro è il cosiddetto target del turismo che non si muove per fare vacanza per un proprio interesse, in relazione agli hobby, alla curiosità, alla cultura, ai propri interessi. Vale a dire che c’è gente che vuole attaccare la spina e non staccarla. Costoro scelgono i luoghi che offrono i servizi migliori. Un esempio estremo e significativo è un albergo di Bolzano. Viene riempito il fine settimana grazie a lezioni tenute da prestigiosi filosofi. Negli Stati Uniti si sono inventati agri-turismo in stile Ottocento: niente luce, niente acqua corrente, niente comodità”.