– Padre Benito Fusco, direttore dell’Istituto San Pellegrino di Misano: “Al di là della quantità della cifra, il principio è buono. In un mondo dove l’etica imposta è quella crudele del mercato, dove il grande cerca di azzannare il piccolo, parlare di responsabilità sociale è un primo passo verso una buona globalizzazione”.
Piero Cecchini, titolare di Umpi Elettronica di Cattolica, impresa che produce sistemi per telegestire l’illuminazione: “E’ difficile argomentare senza sapere i nomi dei relatori; spero che saranno di chiara fama. In questo caso saranno entusiasmanti. Non è sbagliato ricordare agli imprenditori alcuni comportamenti fondamentali di vita. La cosa migliore sarebbe fare un lavoro a monte, nella famiglia, nella scuola. La qualità dell’impresa si fonda con un rapporto di rispetto fra gli esseri umani. Per come intendo io fare impresa questo valore è fondante”.
Maurizio Morini, consulente aziendale: “Più che positivo. E’ un tema di moda ma il fatto che se ne parli aiuta. Gli ultimi avvenimenti dimostrano che gruppi interi hanno travalicato su una tematica forse scontata come il comportamento etico. Anche noi abbiamo creduto che fosse una frontiera sulla quale operare. L’importante è che chi partecipa, ci creda davvero”.
Gianfranco Tonti, direttore generale di Ifi Industrie, stabilimenti produttivi a Tavullia e San Giovanni, un giro d’affari di circa 45 milioni di euro. Qualche anno fa l’azienda fece un incontro ai dirigenti sull’etica del lavoro. Uno dei motti d’oggi è: “Competere cooperando”. Argomenta Tonti: “L’etica, insieme all’innovazione e la qualità, è uno degli elementi fondamentali per fare impresa. Le altre strade non portano da nessuna parte. In sostanza un comportamento giusto è quando arriva una fornitura di merce, con una parte che non corrisponde agli standard qualitativi pattuiti. Si paga quella buona e si aspetta con civiltà il cambio.
Le finalità dell’impresa vanno perseguite con atteggiamenti corretti verso tutti i soggetti, sia interni, sia esterni.
L’iniziativa è lodevole, ma per poterlo affermare completamente va visto da chi saranno tenuti e come saranno affrontati gli argomenti. Purtroppo quando si parla di etica in Italia è istintivo tenere la guardia alzata. I nostri comportamenti purtroppo sono di segno negativo. La furbizia, il pressappochismo alimentano relazioni ingannevoli. Così: l’azienda inganna la banca e viceversa, lo Stato non è equo coi cittadini e viceversa”.