– Mi chiedo perché di solito noi consideriamo la menzogna come una colpa minore, forse perché talvolta lo diciamo a fin di bene per non far soffrire le persone che amiamo. Però se riflettiamo attentamente, ci accorgiamo che essa appartiene alla dimensione della diffidenza, della lotta e della violenza. Noi siamo sinceri con i nostri amici perché ci fidiamo di loro e loro si fidano di noi. Al massimo siamo prudenti su cosa dire e come dirlo perché non vogliamo ferirli. Ma è più riserbo che menzogna.
Quando invece mentiamo? Quando trattiamo con persone di cui non ci fidiamo e temiamo che possano danneggiarci non perché nemici, ma semplicemente può essere perché non li conosciamo a fondo, magari possono anche fare meglio di qualcuno che qui è nato e conosce profondamente l’anima culturale del paese.
Però mi chiedo come tutto ciò possa accadere, anche se la classe politica abbisogna dopo un certo numero di anni un ricambio non sia possibile trovarlo fra le forze politiche che conosciamo, fatto di uomini e donne che bene o male hanno fatto crescere questo paese.
Perciò se vi accorgete che qualcuno vi mente o promette cose altisonanti, non abbiate dubbi, quello è certamente qualcuno che non fa per voi. Probabilmente, ma è personale, rifiuto il solo pensare che non esista un numero di persone che possano amministrare un paese o città come il nostro, senza violenza e senza menzogna.
Troppo spesso ciascuno fa di tutto per diffamare l’avversario. Lo descrive come un essere malvagio; questo è mostruoso. Ho sentito dire da alcuni anche “repellente”. Inventa su di lui ogni tipo di calunnie e gli fa arrivare notizie calunniose per stancarlo fino a farlo cadere in un’imboscata, magari come in guerra dove l’arte dell’inganno è fondamentale.
Va comunque detto che i risultati della lunga transizione non sono stati pari alle aspettative. E’ una conferma che a Misano la politica ha condizionato i conflitti e le crisi di potere, ma si è fatto soverchiare del tutto dalle dinamiche interne a questo che alla fine di un conflitto o reale per le risorse decrescenti, ha presso il posto della competizione di un mondo fuori controllo.
Cara e bella Misano, che io amo anche così come sei, serbatoio di ricchezze e spazi ancora da valorizzare e lungo deputato d’instabilità, stai tornando sotto altre forme e in prima linea nell’armamentario politico militare e ti stai adattando ancora una volta ai nuovi obiettivi.
Non mi resta che sperare nei nuovi signori politici che usino almeno armi meno pesanti, magari che siano convenzionali, ma soprattutto che siano leggere.
[b]Giorgio Pizzagalli[/b]