– Era il 6 ottobre del 1946 si tengono le elezioni per eleggere il sindaco di Misano (sarà nominato Nicola Sebastiani, Pci). I 2.677 votanti premiano l’alleanza Pci-Psi che raccoglie il 65 per cento dei voti. Alle elezioni a sindaco dello scorso 12-13 giugno, la sinistra batte tutti i record, conquistando quasi il 75 per cento dei suffragi: oltre il 56 per cento per i Democratici per Misano (alleanza composta da Ds, Margherita, Comunisti italiani, Verdi e Socialisti per Misano) e il 17,23 Rifondazione comunista. Insomma, il tempo politico misanesese torna e ritorna. Antonio Magnani, Ds, è il nuovo primo cittadino.
Ed il risultato dell’alleanza di Antonio Magnani è stato un’autentica sorpresa con oltre il 56 per cento. Alla vigilia, i più ottimisti affermavano che nel caso migliore avrebbe raccolto attorno al 50 per cento.
Per restare in casa della sinistra, Rifondazione comunista ha messo in cascina un raccolto superiore al successone del ’99, quando ottenne il 16 per cento. Ha mietuto in ogni frazione (compreso Portoverde), oltre che nelle storiche roccaforti rosse, Villaggio Argentina, Scacciano e Cella. E’ possibile archiviare una tale prestazione come un voto di protesta?
Il centrodestra è uscito malconcio ed a pezzi da questa tornata elettorale, sia per via delle liste, sia per i contrasti tra i dirigenti. La lista civica con i simboli ufficiali di An e Udc, Polo per Misano, sulla carta più debole della Tua Misano di Michele Laganà, ha raggiunto il 18 per cento dei suffragi e portato in Consiglio 3 rappresentanti. Quando tutta An e l’Udc, a livello provinciale, non sono andati oltre l’11,05 per cento. E per la prima volta entra nel Consiglio Rosario Zangari.
La Tua Misano invece non ha bucato. Con alle spalle un simbolo tosto come Forza Italia e due circoli di An, più altri cespuglietti, non ha preso che l’8 per cento. Va ricordato che da sola Forza Italia ha preso il 14,57. Il risultato negativo è stato spiegato col fatto che tanti misanesi barrando il Polo per Misano pensavano di dare il voto a Laganà.