– Il turismo nella Riviera Adriatica ha subito nel corso degli anni radicali cambiamenti. Alla tranquilla vita di spiaggia, mondana e notturna di un tempo, è subentrata la moda delle discoteche, per altri la passeggiata serale fra negozi, orchestrine, bar e poco più. Rare le escursioni nei pur splendidi dintorni, le difficoltà di traffico e di parcheggio stroncano ogni velleità. Un tempo i villeggianti accorrevano ad ogni ora da un capo all’altro della riviera per assistere alle varie manifestazioni e ascoltare le famose vedettes internazionali. Ricordiamo i favolosi Platters, Lionel Hampton, Mina, Perez Prado, Dalidà, Aznavour, Fred Buscaglione, gli Harlem Globe Trotter e tante altre stelle del momento.
Per dare un’idea del tipo di clientela dell’epoca, ricorderemo Re Farouk d’Egitto, assiduo dell’Eden Rock di Gabicce Monte. Feste di ogni genere nei numerosi locali che si estendevano dalle spiagge alla collina. Famosa quella dell’Esedra di Cattolica che con l’orchestra di Hengel Gualdi, ad una certa ora della notte, si trasferiva con tutti i clienti su di un grosso natante e continuava la serata lungo la costa illuminata.
Qualsiasi novità nel mondo della moda, sport, spettacolo o nelle tecniche di divertimento e di accoglienza, trovava qui immediata realizzazione. In quel generale clima di iniziative i fratelli Dick e Guido Di Carlo, appassionati della musica jazz, organizzavano per gli artisti operanti nei locali della costa le jam session. Il jazz, derivante dal blues e dagli spirituals, che i negri suonavano nei postriboli, nelle strade dei quartieri malfamati di New Orleans e ai funerali, si trasferisce agli inizi del novecento negli eleganti ritrovi cittadini di tutta l’America. Finito il loro lavoro nei nights, i suonatori si ritrovavano assieme ai musicisti di altri complessi, nelle cantine e nei capannoni di periferia per dare vita alla loro ‘notte bianca’: le jam session (riunione marmellata, ossia gruppo di improvvisatori) danno loro modo di suonare per il proprio piacere, improvvisando su temi musicali secondo l’ispirazione del momento.
Le jam session romagnole iniziano alla Cambusa di Gabicce Mare e quindi alla Casaccia di Gradara, per poi stabilirsi definitivamente nel più spazioso Vecchio Mulino, un rustico ritrovo nella campagna tra Cattolica e Misano. In breve il locale diviene un polo di attrazione per artisti e appassionati villeggianti.
La più grande jam session del Vecchio Mulino è iniziata alle tre del mattino. Dick e Guido Di Carlo avevano predisposto per tutti gli artisti targhe e medaglioni di partecipazione. I villeggianti, numerosissimi, non mancavano di sottolineare con applausi gli artisti che giungevano ad ondate. Le ore trascorrevano tra le più fantastiche meraviglie musicali che un appassionato possa supporre, con le migliori voci del cast musicale internazionale che si alternavano e si mescolavano al microfono. Non mancavano intermezzi divertenti dei fantasisti presenti.
Tra gli intervenuti dal Play Time il cantante Black Watc col gigantesco Sugar Simone e il fantasista Ico Bambi. Dal Bobo giungeva il Clan Negro degli Exotis con George Lee al sax e Gil. Dal Vallechiara, Baiocco il saxofonista di Zavallone. Dal Punta de l’Est, Guido Pistocchi (tromba). Dal Savioli, Pier Giorgio Farina col bassista Ciro. Dal Kariba, Lionel Hampton, Tullio De Piscopo (batteria) e i chitarristi Giovanni D’Angelo e Gabri. Dall’Oriental Park, Lello Tartarino. Dall’Embassy, Marzio. Da La Nuit, Vanni Catellani. Dall’Altro Mondo, Angel Pocho Gatti.
Dall’Esedra, Hengel Gualdi e i suoi orchestrali. Dal Moulin Rouge, Fausto Leali. Dal Sirenella il comico Sergio Parlato. Dall’Eden Rock, Virginia (kg 119) che insieme alle straripanti sorelle Ann (141 kg) e Matty (157 kg), avevano composto il famoso terzetto di cantanti fantasiste Peters Sisters, scritturate direttamente all’Alkazar di Madrid da Garinei e Giovannini per le commedie musicali ‘Attanasio cavallo vanesio’ e ‘Alvaro piuttosto corsaro’ con Renato Rascel. A sorpresa giungeva poi Franco Bezzi proprietario della Mecca, che accompagnava il gruppo Wen et les Airedales. Il cantante dopo essersi esibito in alcune canzoni, ripartiva immediatamente per l’aeroporto dovendo in mattinata essere a Londra per incidere alcune canzoni. La più bella jam session del Vecchio Mulino terminava alle 8,30.
di Sergio Tomassoli