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Home Località Cattolica

Radio Talpa, spegne la musica 20 anni fa

Redazione di Redazione
7 Ottobre 2004
in Cattolica
Tempo di lettura : 4 minuti necessari
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– Vi ricordate di Radio Talpa? Venti anni fa, esattamente il 6 ottobre 1984, alle ore 18 di un sabato molto triste, spegneva definitivamente le trasmissioni. “When the music’s over” (Quando la musica è finita) dei mitici Doors, fu l’ultima canzone che la consunta puntina del giradischi Thorens irradiò nell’etere. Sancì la parola fine ad una esperienza di carattere culturale, politico e umana, intensa e partecipata. Emblematica la scelta dell’ultima canzone, i Doors con l’icona Jim Morrison: il senso di una esperienza breve ma forte, travagliata, che il tempo accende nell’immaginario evocativo caricandola del sapore del mito. Quel giorno sui volti del manipolo degli irriducibili “talpisti” scivolò più di una lacrima.
Ufficialmente la Cooperativa Democratica Informazione – Radio Talpa, nasceva il 23 febbraio 1977, ma già dal settembre dell’anno prima era partito il progetto di una radio locale libera, aggregando in breve tempo diverse decine di giovani. Confluivano diverse sensibilità: dal farne uno strumento politico alla buona musica, dall’informazione fatta dal basso alla controinformazione, dal momento creativo all’aggregazione sociale. I primi vagiti Radio Talpa cominciò ad emetterli il 9 marzo 1977, dalla sede in via Irma Bandiera, a cavallo tra Cattolica e Gabicce Mare (di fronte la fabbrica Trinity). Musica d’avanguardia, qualche notiziario e programma d’informazione, e molta, troppa, improvvisazione; per alcuni mesi con l’ossessionante “prove tecniche di trasmissione”. Era una radio povera, ma ricca di energia umana e di travagli non solo economici, ma anche politici. Sopravviveva esclusivamente con i soldi dei soci e simpatizzanti. Tuttavia l’entusiasmo era altissimo; ognuno portava qualcosa: dischi cassette, sedie, strumentazioni… si respirava l’aria della creazione di un qualcosa di importante, di un progetto collettivo che aveva la forza di cambiarti e di arricchirti individualmente… insomma si toccava quasi con mano l’utopia. Molti portavano ancora addosso la carica e l’esperienza, un po’ monca, del ’68, del Movimento studentesco, dei gruppi della sinistra extraparlamentare… poi era appena nato il Movimento del ’77… e la radio diventava l’opportunità per una continuità di quella stagione irripetibile.
Ma che cos’era Radio Talpa? Era un’aggregazione giovanile (ma non solo) che contava circa 200 soci e in 8 anni di attività coinvolse, a vari livelli, oltre mille giovani di Cattolica, Gabicce e dintorni. Era grande musica, il rock in maniera particolare, come espressione di una identità giovanile collettiva. Era blues, jazz, sperimentazione, musica classica. E poi i cantautori italiani impegnati. Molti ricordano le interminabili ore con le canzoni di Guccini, Lolli, De André, Gaber, Vecchioni, Jannacci, De Gregori… E poi le canzoni dell’impegno politico: Pietrangeli, Stormi Six, Nomadi, Amodei, Del Re, Marini, Della Mea, Inti Illimani, le canzoni della Resistenza… A proposito di Enzo Del Re, la sua “Lavorare con lentezza” è diventata il titolo del film di Guido Chiesa sull’esperienza di Radio Alice di Bologna.
Radio Talpa era presenza politica e sociale attiva sul territorio. La mostra fotografica “Giovani sparsi nella città doppia”, un’indagine fotografica sui giovani cattolichini, inaugurò il Centro culturale polivalente: era il febbraio 1983. Il “Questionario giovani” del 1984, una pietra miliare delle inchieste sul mondo giovanile, che ebbe il plauso dell’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Ne parlò quasi tutta la stampa locale e nazionale e Giovanni Arpino dedicò l’intera “Terza pagina” (quella della cultura) sul Corriere della Sera.
Radio Talpa organizzava concerti, iniziative culturali, ricreative e sportive. I gruppi della New Wave italiana (Ariston di Cattolica); Battiato, Nannini e Finardi (stadio di Gabicce). Pullman per i concerti di Patty Smith e la piccola Woodstock a Bologna con Joe Cocker. Storico il “Concertone” (aprile 1981 all’Astra di Gabicce): un’esaltante incontro/scontro tra i Mickey & the Mauses di Cattolica e gli Hindenburg di Gabicce. Centinaia di giovani entusiasti.
Suscitava sentimenti forti, senza mezze misure, Radio Talpa si amava o si odiava. Una radio apertamente schierata a sinistra, ma non partitica. Era figlia di una sinistra idealista e antiburocratica, col mito della “fantasia al potere”. Orgogliosamente “faziosa” perché erano i tempi in cui si trattava di dare voce ai cittadini emarginati ed espropriati di questo diritto dai mezzi di comunicazione tradizionali: radio, tv e giornali erano totalmente controllati dalle forze di governo: dal “regime democristiano”, come si diceva in quei tempi. La società civile era totalmente nascosta, e quando qualcosa riusciva a filtrare veniva accuratamente distorta.
Le radio libere ebbero il merito di spezzare il monopolio della Rai (sentenza della Corte costituzionale n° 202 del 5 aprile 1976), e in tante si misero al servizio di un’informazione alternativa che nasceva dal basso. Purtroppo successivamente si inserì il fenomeno delle radio e tv commerciali, fino ad arrivare alla degenerazione berlusconiana.
Il primo cartello affisso nella sede della radio riportava “Vietato vietare”. Radio Talpa portava in sé limiti ben precisi, figli del suo tempo. La professionalità non era sentita come un valore, tutto era il frutto dell’entusiasmo di un volontariato giovanile diffuso che voleva partecipare e che voleva esprimere subito i suoi problemi e i suoi valori. Piano piano si capiva che bisognava equilibrare questo aspetto, ma era troppo tardi. E’ stata una emittente coraggiosa, anticonformista, allergica ad ogni forma di controllo e di potere. Scelte che ha pagato fino in fondo, ma a testa alta! La morale? La coerenza, quando non è ottusità, è un valore. E’ il segreto di ogni mito. “When the music’s over, turn out the lights” (quando la musica è finita spegnete la luce). La memoria di Radio Talpa sta scritta nell’etere. In tanti ancora ricordano, orgogliosi, possono dire io c’ero. Anch’io, con un po’ di nostalgia, lo posso dire.

di Enzo Cecchini

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