– Le biografie di 260 riminesi che hanno indossato le divise dei pompieri, dalla fondazione (1861) al 1941. E’ una delle preziose tessere di “Anni di fuoco” di Manlio Masini, presentato a Rimini lo scorso 23 dicembre (Panozzo editore, 198 pagine, 85 foto, euro 25).
“Il volume è importante – ha detto Massimo Panozzo, l’editore -. Non è uno dei soliti libri sui Vigili del fuoco, ma si caratterizza per una ricerca puntigliosa. Rappresenta uno spaccato vivo, puntuale di storia locale”.
Attraverso queste pagine si getta luce sulla storia economico-sociale dell’Italia: sia per l’avere una squadra di pompieri e più in generale sulle costruzioni delle abitazioni. La prima è stata un lusso fino a pochi decenni fa. La seconda, invece, è che le case erano tirate su con materiali rimediati e facilmente infiammabili.
Rimini, riguardo al fuoco, è stata fortunata. Nei casi peggiori se ne sono andate in fumo non più di una decina di case. A differenza di altre città, che hanno perso interi isolati. Tra gli edifici illustri andati a fuoco: il Grand Hotel di Rimini. Era il 14 luglio del ’20; arrivarono squadre di pompieri anche dalle cittadine vicine (giunsero perfino da Bologna). Nello spegnimento muore un giovane generoso, Anacleto Ricci. L’incendio venne letto anche in chiave di lotta di classe: la borghesia che andava a fuoco.
di Manlio Masini