– Una competizione a due con le sorprese, come si conviene. Così si vanno a presentare i Ds al prossimo congresso comunale.
I due candidati sono Gianfranco Cenci, il segretario uscente e Sergio Funelli, sindaco fino allo scorso giugno. Entrambi sono stati sindaci (il primo dall’85 al ’95, il secondo dal ’95 al 2004) ed entrambi sono stati consiglieri provinciali. Funelli dallo scorso giugno e Cenci dal ’95 al 2004.
Nello scacchiere diessino ci sono dei possibili ousider. Due nomi su tutti: Matteo Venturi, ex segretario, da tempo lontano dalla politica attiva e Diego Nobili, che dopo la bocciatura a candidato a sindaco (gli venne preferito Domenico Bianchi) potrebbe essere recuperato alla causa diessina.
E forse ci potrebbe stare anche un altro nome: Guerrino Guidi, anch’egli già segretario.
Oltre questi nomi, nei diessini marignanesi non si vede nient’altro. Come altrove, anche a San Giovanni non si vedono giovani tra le sue file. Quello di più talento, capace, disinteressato e con la forza di farsi voler bene era Lorenzo Silvagni, ma dallo scorso giugno, per gli strani allineamenti della politica, e per scelta personale, si è tagliato fuori. Silvagni era stato anche segretario ma un inutile braccio di ferro col sindaco Funelli (causa del contendere l’operazione urbanistica sul vecchio campo di calcio dietro l’ex scuola elementare in pieno centro), lo portarono alle dimissioni.
Cenci-Funelli, dunque. Cenci, corrente Morando, è un politico abile, mediatore, quanto sottavalutato dai più. Oltre ad essere segretario è anche presidente della Sis e siede nel consiglio d’amministrazione dell’enoteca Emilia Romagna con sede a Dozza. Da 30 anni è nel cuore della politica marignanese e non ha nessuna voglia di ammainare la propria bandiera.
Funelli. E’ il suo esatto contrario. Idee politiche raffinate ma poco accorto, poco mediatore, poco serafico. E’ abituato a prendere di petto. Tuttavia nei momenti di migliori sa ascoltare ed essere tollerante. Di certo è un fuoriclasse con un caratteraccio.
In un congresso oltre che di uomini, si devono mettere sul tavolo le idee. Due su tutte: quale sviluppo urbanistico darsi? Quale rapporto tra partito e propria amministrazione? La sinistra non può delegare il proprio orizzonte al mercato ed al privato.