Pulizie elettorali – E’ tradizione fare le pulizie di Pasqua, vuoi perché viene il prete a benedire, vuoi che con l’arrivo della bella stagione c’è voglia di aria nuova e pulita; così al vulcanico Imola, in odore di campagna elettorale, ha lanciato l’operazione “Pulizie di primavera” per preparare la città all’apertura della stagione turistica per il periodo pasquale. Ottima idea, lo stato di manutenzione della città ultimamente è molto scaduto, quasi da legittimare anche comportamenti molto scorretti dei cittadini stessi. Si perdona al sindaco il fatto che a giugno ci saranno le elezioni, ma perché non si è fatto anche lo scorso anno, e soprattutto, il prossimo anno si ripeteranno le pulizie? Altrimenti sarebbe una presa in giro per i cittadini.
Comportamenti non all’altezza – Verrebbe da dire che gli assessori Cinzia Tura e Morena Cevoli siano state colte con le mani nel sacco, ma così non è. Come tanti altri casi di abusi edilizi o di lavori eseguiti senza autorizzazioni, nell’albergo di una e nella casa dell’altra, la guardia forestale e i vigili hanno rilevato abusi edilizi. Lasciamo a chi di competenza i giudizi nel merito, quello che interessa è la rilevanza morale e di trasparenza di chi ricopre ruoli e cariche pubbliche: queste persone dovrebbero avere non una, ma mille attenzioni per non cadere in scivolate di stile. Fatti di questo tipo rendono ancora più distante la politica dai cittadini, non è bello avere un politico che approfitta del proprio ruolo, anche se basta alzare lo sguardo più in alto e vediamo un presidente del consiglio che fa e disfa per il proprio tornaconto; ma è questo quello che vogliamo?
Acqua, fonte di vita – In queste settimane i Sindaci della provincia daranno il via libera alla Società delle Fonti, la società che dovrà gestire in futuro tutta la produzione di acqua della Romagna. Per questo Romagna Acque si trasformerà in Società delle fonti e le verranno conferiti tutti gli impianti per la produzione di acqua potabile, dalla diga di Ridracoli alle falde del Marecchia e gli impianti del Conca in cambio di una quota azionaria corrispondente ai beni conferiti. E’ condivisibile la scelta politica e l’obiettivo di fondo del progetto, la costituzione di un soggetto pubblico che gestisca in modo organico ed integrato tutte le “fonti” di acqua della Romagna, interconnesse fra loro. Sono molto penalizzanti per tutta la provincia di Rimini le condizioni a cui viene compiuta l’operazione. A fronte di una produzione annua di acqua pari al 50% di quella di Ridracoli viene riconosciuto un aumento di quote di circa l’1,5% nella nuova società, valore non proporzionato alle risorse cedute, e la costruzione del nuovo depuratore di Rimini. Ma i sindaci sanno fare di conto? E soprattutto riescono a guardare un po’ più lontano del proprio mandato? Un depuratore dopo 30/40 anni sarà vecchio e da rifare, mentre le falde e i pozzi sono conferiti per sempre ed avranno un valore economico e strategico sempre più importante in futuro, se è vero che le prossime guerre non si faranno più per il petrolio, ma per l’acqua.