Berlusconi docet – Berlusconi docet, gli altri copiano. In questi giorni nelle case dei riccionesi stanno arrivando due opuscoli che in qualche modo ricalcano il famoso libro che il Berlusca spedì a tutte le famiglie italiane nel 2001. Il consigliere regionale dei Ds Andrea Gnassi e la giunta di Riccione, guardate come siamo belli, guardate come siamo bravi. E’ curioso però che la giunta abbia utilizzato lo strumento che normalmente è a disposizione di tutte le forze presenti in Consiglio comunale, minoranza compresa, per propagandare i propri risultati, veri o presunti che siano. Ma non c’è la par condicio?
Elezioni, guerra di manifesti – E’ cominciata la battaglia dei manifesti, per ora il “faccione” di Imola con lo sfondo delle opere fatte e quelle da fare domina le plance di tutta Riccione, lo slogan è “per un futuro tranquillo”. Effettivamente guardando la foto, osservando la faccia di Imola non si provano sensazioni particolari; questa foto scattata frontalmente e di mezzo busto trasmette un senso di bonarietà e tranquillità, anzi guardandola bene e a lungo si prova anche un certo senso di sonnolenza. Un futuro tranquillo va bene, ma diamine, un po’ di vita. Invece il manifesto di Marzio Pecci, candidato di Forza Italia e di Franca Mulazzani sono una via di mezzo tra la pubblicità di una di quelle orchestre locali con il suonatore di clarinetto e la cantante inquadrata di profilo o l’esibizione di una scuola di ballo, maestro argentino e ballerina indigena. E questo è solo l’inizio.
Elezioni, le sedi e le idee – Con la primavera, oltre alle finestre (vi ricordate la canzone anni ’50?) si aprono le sedi elettorali o dei partiti. Imola in viale Ceccarini, Pecci e Forza Italia in viale Dante, la Fabbri con la lista civica e Rinascita per Riccione in piazza Unità, lo Sdi in corso Fratelli Cervi. Mai come questa volta la campagna elettorale comporta una corsa alla visibilità, bisogna farsi vedere, anche se di idee, programmi e proposte per la città ne stanno circolando ben poche. Assisteremo a una campagna elettorale vecchio stampo, con i candidati tra la gente, oppure gli strateghi della comunicazione “metteranno in campo” gli strumenti mediatici? Una campagna elettorale alla piada e salsiccia o tutta plastica e comunicazione? Di certo c’è che per ora di cose da comunicare, a parte i nomi e le facce dei candidati, c’è ben poco.