– I fatti. Il proprietario terriero Vittorio Galli è stato freddato con un colpo di pistola al volto in una mattinata tiepida dello scorso 19 settembre mentre dava una mano di vernice ad una panca attorno casa. Due uomini arrivati su una Nuova 600. Uno scende parlotta, spara; poi è la fuga. Il figlio a pochi passi che vede la scena e nulla può.
Al momento gli assassini non sono stati acciuffati e poco si sa delle ragioni. Si fanno tante ipotesi: uno sgarro in un affare importante, l’aver portato alla follia qualcuno. L’associazione più forte è legata al cosiddetto Compartone: 17 ettari sui quali è possibile costruire 25.000 metri quadrati di cemento in un’area di confine sulla strada che porta a Santa Maria in Pietrafitta. E’ verosimile tale ipotesi?
Cinquantaquattro anni, sposato con una cattolichina, due figli (22 anni il maschio e 19 la femmina) era un uomo complesso, con una miriade di affari immobiliari e non.
“Con te gli affari non li faccio; tu mi freghi”. Così gli si rivolgeva un amico. E Galli rispondeva con un sorriso largo e furbo. Amava essere considerato un vincente. Amava raccontare che la famiglia era partita mezzadra per diventare uno dei maggiori proprietari terrieri di San Giovanni. E che a differenza del protagonista del “Giardino dei ciliegi” di Cecov che per cancellare la presenza del padrone fa tagliare i vecchi alberi di ciliegio, Galli ha restaurato con molta accortezza una delle dimore più interessanti del Riminese: il suo Tempio Antico (capace di ospitare a tavola centinaia di persone ed etichetta dei suoi vini), raggiungibile attraverso un bellissimo viale di lecci secolari. Attorno aveva trapiantato centinaia di ulivi secolari. Si compiaceva della bontà dell’intervento e di aver seguito i dettami della Sovrintendenza.
Sulle sue terre marignanesi bisognava fare i conti. L’amministrazione comunale quando disegnava lo sviluppo urbanistico era più facile cadervi dentro che non. Nove delle 18 buche del piano particolareggiato del Riviera Golf Club si dovrebbero fare sulla sua roba. Causa contrasti non si è mai raggiunto l’accordo.
Terra, affari, ma era anche un uomo di una certa sensibilità. Nel suo ufficio fanno bella presenza due mezzi busti in legno: sculture con i volti dei genitori. “Sono di legno di pero; il più simile alla pelle umana”, raccontava con molta profondità. Era solito non dimenticare le cortesie. Una volta un conoscente, verso le 12.30, arriva in macchina ad acquistare alcune bottiglie di vino. Sta per pagare alla signora. Arriva Galli, un grande saluto: “Non mi ricordo degli amici solo quando ne ho bisogno”. Le bottiglie gli vengono regalate.
La fortuna terriera di Vittorio Galli (per tutti Gagiòn) era iniziata dal babbo, un noto commerciante di bestiame conosciuto in un raggio di almeno 50 chilometri. Era stato lui ad iniziare ad acquisire le terre. Si acquistava il podere e per alleggerire la posizione, si vendeva la cascina. Se n’è andata una persona d’assalto che poteva vivere in modo tranquillo.