– Gabriele Morelli, presidente di Aeradria, fa un contratto per far sbarcare i soldati americani a Rimini. I suoi soci lo sconfessano. Si dimette. Il 15 marzo il consiglio d’amministrazione nomina Massimo Masini presidente. Il putiferio politico rimette al centro il problema aeroporto e turismo.
– Massimo Masini, ex sindaco di Riccione, causa il mancato sbarco dei marines, ha preso il posto di Gabriele Morelli, quale presidente di Aeradria, la società pubblica che gestisce l’aeroporto di Miramare, lo scorso 10 marzo.
Quarantanove anni, in splendida forma fisica per aver perso una decina di chili, il sigaro in bocca, Masini è una delle menti più belle del Riminese. Sei anni fa quando fu estromesso da sindaco di Riccione sembrava politicamente finito, invece è ritornato su forte. Colto, battuta facile, parlare elegante, per molti è il Paolo Bonolis della politica locale. Il presidente della provincia Nando Fabbri, socio di riferimento di Aeradria, lo ha messo alla testa con la speranza che possa portare fuori dalle secche l’aeroporto di Rimini, che ad oggi ha inghiottito danaro pubblico ad uffa e uomini. E non ha fatto da volano al turismo riminese. Nel 2004 sono atterrati a Rimini 247.000 passeggeri, più 10,3 sull’anno precedente, con i russi che rappresentano il 35 per cento del traffico.
Quale situazione ha trovato?
“In questa prima fase si conferma la linea di Morelli. Tre i fronti. Primo, seguire con attenzione l’ingresso di nuovi soci.
Secondo, subito dopo il voto regionale dobbiamo trovare un punto di incontro con gli aeroporti di Bologna e Forlì per costruire un sistema regionale. Farsi guerra all’arma bianca non giova a nessuno.
Terzo, evitare che sulle scelte dei dirigenti di Aeradria non ci siano le convergenze con i soci”.
Quale politica di sviluppo?
“E’ essenziale il rapporto con le associazioni degli operatori turistici. Si sta costituendo una società con Fiavet, le 5 associazioni degli albergatori provinciale (Bellaria, Rimini, Riccione, Misano e Cattolica) e le loro tre cooperative per promuovere e commercializzare il nostro prodotto sia in Italia, sia all’estero. Questo per evitare lo scollamento tra la politica promozionale dell’Apt (Azienda promozione turistica) e le associazioni. Ognuno è andato per proprio conto. E credo che ci siano delle buone possibilità per consolidare questo scalo, non solo d’estate ma per tutto l’anno”.
In Emilia Romagna ci sono quattro aeroporti, non sono troppi?
“Parma ha un ruolo abbastanza specifico. A maggior ragione va trovata una forma di collaborazione. Nella concorrenza abbiamo tutti da perdere. Da un punto di vista oggettivo ci vuole un coordinamento provinciale. E’ una delle priorità del presidente regionale nei suoi primi 100 giorni. In questo sistema però non vogliamo essere subalterni, ma ci vogliamo stare per il nostro valore storico e turistico”.
Qual è il vostro passivo di gestione?
“E’ inesatto dire passivo. La struttura non fa utili, ma la difficoltà di bilancio è causa della crisi di vettori come Minerva, Volare ed Airindustria che non hanno pagato”.
Oggi, raggiungere Rimini dalla Germania è quasi impossibile, che cosa fare?
“La Germania è una priorità. Le tratte con la Germania sono diminuite. Gli operatori hanno ragione. Stiamo lavorando forte per il 2006. Siamo impegnati nel rapporto con gli operatori e le istituzioni per una sana politica del territorio. Abbiamo una riunione il 15 aprile con l’Apt, le istituzioni e le associazioni. Sul fronte dei voli abbiamo riconfermato il volo su Monaco, da aprile a settembre, il fine settimana; con le altre destinazioni c’è da lavorare.
Però al volo con Helsinki, si è aggiunto Stoccolma, Oslo, Copenhagen. Confermati voli dal Belgio, Olanda, Lussemburgo. Non c’è Parigi, ma c’è la conferma dei russi con 10-12 voli settimanali. C’è la Gran Bretagna con Londra e Manchester. E ci si sta guardando intono per avere una compagnia a basso costo”.