– Pianeta Alzheimer. E’ la malattia che ruba la mente: 150 mila nuovi casi all’anno in Italia, 50 mila in Emila-Romagna e 500 nella sola provincia di Rimini dove gli affetti da demenza sono già più di 3.000 (il 5,3 per cento della popolazione con più di 65 anni). Incide il 3 per cento al di sotto dei 70 anni e il 30 per cento dopo i 90. Oltre i 65 rappresenta la quarta causa di morte.
Si stima che al 2030 il numero di malati triplichi con un impatto umano e sociale devastante. La situazione peggiora. Si vive di più e la diagnostica (le visite mediche specialistiche) è sempre più efficace.
Quando insorge il sospetto, che cosa deve fare il familiare o il coniuge? “Il primo passo è rivolgersi immediatamente al medico di base” dice il dottor Silvio Costantini, direttore dell’Unità Operativa di Geriatria e responsabile provinciale del Progetto Regionale Demenze che ha stanziato alle 11 Ausl dell’Emilia Romagna oltre 5 milioni di euro.
Nella nostra provincia sono stati coinvolti 163 medici di base su 231 cioè il 70, 6 per cento degli operanti sul territorio (la media in regionale è 84,4 per cento). Per la diagnosi ci si rivolge al Centro Esperto Demenze – C.E.Dem dell’Ospedale “Infermi ” di Rimini (Tel 0541/705300) guidato dal dottor Stefano De Carolis, unico in provincia con un bacino di utenza potenziale pari a 56.459 (anziani con età superiore ai 65 anni censiti al 31 dicembre 2003).
Nel 2004 ha eseguito 1.793 prestazioni di cui 663 prime visite e 1.130 controlli. Le diagnosi di demenza sono state 367, il 55 per cento delle prime visite (dato medio regionale 62 per cento). L’11 per cento rimangono in attesa di definizione diagnostica, in linea con la media. I tempi di attesa per una prima visita sono di 90 giorni (erano 102 nel 2003, la media regionale 54,1).
“La diagnosi è tutt’altro che agevole; nella maggior parte dei casi la patologia interessa soggetti geriatrici quindi già affetti da altre patologie come il diabete, l’ipertensione, osteoporosi. Un lavoro lungo, complesso, costoso”, afferma De Carolis.
Il Centro è aperto 57 ore all’anno per ogni mille abitanti con età superiore a 75 anni (media regionale 77), ci lavorano 2 geriatri, 2 neurologi, una infermiera professionale e una psicologa.
Il Morbo di Alzheimer, che è una delle forme di demenza senile più conosciuta, si sviluppa a causa di una sostanza (beta amiloide) che altera “l’architettura” delle cellule e delle connessioni celebrali.
Con la morte di gruppi cellulari che producono prevalentemente acetilcolina (un neurotrasmettitore) si presentano problemi di memoria e disturbi collegati. Si tratta di una patologia altamente invalidante che porta, nello stadio finale, allo stato vegetativo.
“Il problema di questa malattia sono i drammi familiari” racconta Roberta Secchiaroli, psicologa e guida in gruppi di sostegno da 4 anni presso l’Associazione Alzheimer Italia di Rimini.
“Scatta un meccanismo di negazione per non vedere, tutto rimane chiuso tra le mura domestiche, ci si vergogna”.
Qual è il consiglio più importante che si sente di dare? “Riguarda chi deve assistere il malato, è molto importante, deve prendersi cura di sé, sostenersi, evitare di portare tutta l’attenzione all’altro. Se crolla il familiare si perde un contributo preziosissimo e il paziente finisce in un istituto”.
La legge prevede l’assistenza alla famiglia, comprese le consulenze specialistiche (psicologiche, assistenziali, legali, ambientali).
I percorsi possono essere ‘personalizzati’ e avvenire con assistenza domiciliare, centro diurno, casa protetta, residenza sanitaria assistenziale (rsa) e ricoveri di sollievo.
Nella nostra provincia sono attivi 2 centri diurni e 14 strutture residenziali e per l’assistenza domiciliare si può fare riferimento al Servizio assistenza anziani (Saa) di Rimini (0541.707350) e Riccione (0541.668357) e alle associazioni. E’ attivo inoltre un servizio regionale, il Servizio pianificazione e sviluppo dei servizi sociali e socio-sanitari telefono 051-6397471 051-6397206; e-mail demenze@regione.emilia-romagna.it.
di Domenico Chiericozzi