Il mare, nesso vitale della “Regina” per la propria economia, è un prezioso archivio di riferimento per le tradizioni legate alla sua gente e ai racconti più singolari.
Felice Santoni conosciuto da tutti come “Cino”, cattolichino di ceppo da infinite generazioni, con il mare nelle vene, ha una sua piacevole storia da inserire certamente in una pagina di riguardo nel libro bello della romantica Cattolica. “Cino” viene alla luce nel maggio del 1933, nonno marinaio, padre marinaio e naturalmente, lui stesso marinaio, anzi “quartarolo”, simpatico termine del giovanissimo mozzo di prima imbarcazione.
Nel 1953 la Patria lo attende per il pagamento dell’inesorabile debito, naturalmente da saldare esclusivamente nella Marina Militare. Le sue doti fisiche, veramente particolari, sono il principale motivo di selezione e immediata inclusione nella gloriosa squadra di canottaggio della Marina Sport di Roma.
La ferma di due anni, garantisce i tecnici sul programma d’impegno relativo alle qualità del cattolichino, che diviene subito il capo voga nella barca più prestigiosa della Marina, condotta da otto forzuti rematori e un timoniere. Tante le gare nazionali e internazionali vissute allo spasimo, moltissime vinte altre sofferte; indimenticabili le sfide tra l’otto dell’Ancora contro i Corazzieri e i Vigili del Fuoco, racconta “Cino” ancora cristallino nell’entusiasmo.
Il Santoni, conclusa la sua parentesi da sportivo di alto livello, ha ripreso la via del mare, dopo aver ottenuto a pieni voti la patente di motorista, indispensabile per condurre responsabilmente un mezzo marino di serio impegno. Sul peschereccio “Gadolino” al comando del padre Marino negli anni ’60, “Cino” si è fatto le ossa, sconfinando a volte per necessità atmosferiche, anche nelle coste jugoslave, sfidando i rischi dell’epoca.
Successivamente, con perizia, ha condotto per vari anni, con il ruolo di comandante, i pescherecci “Ciliegia” e “Vitalba” della Capitaneria di Cattolica, spostandosi poi fino a Fano al comando della grande motobarca “Cristina” sino al 1999, anno del suo definitivo ritiro, raggiungendo la meritata pensione da navigante.
“Cino” non è il tipo che si culla sugli allori, presenzia con attento impegno alle manifestazioni dove la figura di un atleta che ha vestito la nobile maglia azzurra, blasona la cerimonia. Interviene con giovanile spirito nelle circostanze appropriate, dove lo sport del mare affascina gli appassionati ascoltando i suoi trascorsi, ottenendo più volte sentiti consensi e prolungate ovazioni.
Nell’ultima assemblea nazionale degli Atleti Azzurri d’Italia, svoltasi a Riccione in marzo, Santoni ha ricevuto un significativo attestato di Benemerenza per la sua costante attività divulgativa, basata sui sani principi dello sport, inteso come messaggio di civiltà per le nuove generazioni. “Cino”, una piccola perla nella corona della “Regina” continuamente ammirata e sempre lucente.