– Cooperativa Sociale Valconca di Cattolica, 23 anni di attività, 80 prsone che operano, di cui 50 disabili, una realtà, dunque, tra le più importanti della provincia che agisce nel settore del non profit e che svolge un compito insostituibile nell’inserimento lavorativo. Insomma, parliamo di un qualcosa dove si misurano i valori e il grado di civiltà di una comunità. Sergio Maestri, il presidente, è orgoglioso di questa “sua” creatura, un progetto che strada facendo ha trovato tante persone che volontariamente lo hanno condiviso e coinvolto la solidarietà della nostra città e non solo.
“Diamo lavoro a persone portatori di disagio sociale e psichico – dice Maestri – persone che altrimenti vivrebbero ai margini della società perché rifiutati da qualsiasi azienda privata e pubblica, lasciando tutto il peso e la solitudine che graverebbe esclusivamente sulle loro famiglie. Noi agiamo senza nessuna logica produttiva, per noi conta la persona”. Ma mentre i cittadini di Cattolica e delle città limitrofe rispondono in termini di sensibilità, le istituzioni pubbliche spesso sono latitanti.
“Il Comune di Cattolica non ci ha appoggia come dovrebbe – continua Maestri -. La nostra Cooperativa ha 21 ragazzi per l’inserimento lavorativo e sociale; abbiamo chiesto dei contributi che l’Amministrazione ci ha negato. Oggi riceviamo appena 2mila euro circa, solo per l’inserimento di due ragazzi. Tengo a precisare che non si chiede l’elemosina, perché la nostra struttura funziona sia sul piano sociale e anche economico, anche se dopo l’incendio di un paio d’anni fa, stiamo facendo i salti mortali per non fare mancare tutti i supporti necessari ai nostri ragazzi disabili.
Abbiamo 20 ragazzi molto gravi che seguiamo con un Laboratorio protetto e con assistenti qualificati e il supporto dell’Asl. E’ paradossale, perché pur avendo ragazzi di tutta la zona ed essendo noi una realtà di Cattolica, mentre i comuni di Riccione, Misano e San Giovanni hanno risposto positivamente alle nostre richieste di contributi, il nostro comune ha risposto negativamente”.
Sergio Maestri, al di là di questo rammarico, si dice molto preoccupato per il futuro della Cooperativa, in particolare di prospettive che si presentano poco rosee. Tra il non detto e il sussurrato, pare che da lì (via Emilia-Romagna, 252 – dove c’è anche il centro di raccolta Hera) debbano spostarsi. “Sarebbe una situazione terribile – dice. Abbiamo fatto lavori per oltre 250mila euro, abbiamo allestito strutture di pregio come le serre di produzione”.
Ma dal piglio mostrato pare proprio che non abbiano nessuna volontà di spostarsi, salvo alternative simili, compatibili e verificabili con le necessità della Cooperativa. Dopo tanti anni di lavoro, hanno acquisito un grande peso e considerazione. Alcuni sindaci di città vicine, pare dimostrino grande attenzione e sarebbero favorevoli a fare traslocare la Cooperativa sul loro territorio. Per Cattolica sarebbe uno smacco!
“Noi puntiamo non solo a rimanere dove siamo (il contratto in comodato d’uso scade nel 2025), – conclude Maestri – ma ad un progetto di ristruttu razione che avevamo già presentato qualche anno fa: una casa residenziale per i ragazzi quasi autosufficienti e laboratori. C’era un contributo del 50% della Regione, ma qualcuno in Provincia che doveva dare un parere positivo non lo ha fatto. Pertanto quel contributo è andato a finanziare un altro progetto in un’altra città”.
In caso di necessità, crediamo che la Cooperativa Sociale Valconca avrà la solidarietà di tutta la città.
di Enzo Cecchini