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Home Rubriche L'inchiesta

Dai rifiuti la svolta politica?

Redazione di Redazione
13 Gennaio 2005
in L'inchiesta
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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– La vicenda dell’inceneritore induce ad alcune riflessioni. Scrive Guido Viale: “E perché mai la discarica è apocalisse, cioè rivelazione? Perché, come il suo fratello, l’inceneritore, esibisce in un solo colpo d’occhio la sostanza delle nostre vite quotidiane: l’incessante spreco di risorse sottratte alla Terra per trasformarle, nel più breve tempo possibile, in rifiuti carichi di inquinanti e destinati a trasformare in deserto l’ambiente in cui viviamo”.
1) E’ uno, pertanto, di quei temi dove si confrontano e si scontrano diverse visioni politiche e culturali: quale modello di sviluppo, quale modello economico (turismo compreso), quale stile di vita, quale rapporto col resto dell’umanità. Su questi temi si sono divise le due sinistre, o se volete “Due riformismi – come scrive Alberto Asor Rosa -, quello radicale che punta su partecipazione, solidarietà” e sviluppo veramente sostenibile, “e l’altro quello che rischia di favorire una deriva moderata” e consumistica. Da una parte Verdi, Prc, Comunisti italiani, Italia dei Valori, comitati cittadini e società civile, dall’altra l’asse Ds-Margherita (“Triciclo”).
2) A livello nazionale la burocrazia dei partiti maggiori del centrosinistra rischia di regalarci ancora per 5 anni Berlusconi; a livello provinciale detiene il controllo di una fitta rete fatta di politica e interessi economici che soffoca ogni tipo di partecipazione e autonomia dal basso.
3) I piccoli “partiti” di sinistra sono di fatto stritolati e impotenti, affetti da nanismo politico, di fatto sono subalterni o foglie di fico delle grandi scelte. Il peccato originale sta nella loro divisione e inadeguatezza.
4) Il “Triciclo” fa la Lista Unitaria? E’ un bene! Ma l’altra sinistra deve trovare a livello locale e nazionale un’unità di intenti, federarsi, coalizzarsi… fare tre passi indietro da un’autoreferenzialità sterile. Ai cittadini va proposto un progetto complessivo e alternativo; unire le forze vuol dire stare sul campo con un soggetto politico col 20% dei voti, vuol dire dare il valore aggiunto dell’unità e della semplificazione politica. Vuol dire proporre un progetto politico credibile. Vuol dire essere più forti e trattare alla pari. Vuol dire stare uniti per battere Berlusconi, è vero, ma è meglio essere più forti e rispettarsi reciprocamente con la forza dei numeri e con vere proposte politiche, anche alternative.
5) L’esperienza dell’Arcobaleno di Cattolica può essere un modello: piccoli partiti hanno fatto tre passi indietro (senza perdere l’identità), si sono coalizzati, hanno aggregato centinaia di cittadini, hanno trovato un leader, hanno creato un Movimento unitario, hanno creato un soggetto politico “altro” che può parlare e trattare con tutti alla pari e con credibilità. Poi hanno sfidato l’altro centrosinistra sul piano di una proposta di governo, conquistando il 24% dei voti, andando ad un passo dal vincere le elezioni.
6) Bisogna togliere il pallino delle decisioni unilaterali dalle mani delle partitocrazie, rilanciare i movimenti e la partecipazione, bisogna rompere gli equilibri ammuffiti dei governi locali. (Una classe dirigente pluridecennale inamovibile. Basta vedere l’indecente spettacolo sulle candidature…). Se necessario non si entra o si esce dalle giunte. E’ l’unico modo per liberare energie (anche fuori dagli schemi tradizionali sinistra/destra) e attuare scelte alternative di grande portata e di cambiamento. L’assemblea di Roma del 15 gennaio (Prc, Pdci, Verdi, Lista Di Pietro, Occhetto, associazioni e società civile) pare abbia iniziato questo percorso. Così anche l’intervento del segretario provinciale Pdci, Di Pinto “Ciò che avviene tra Ds e Margherita nel Riminese – dice -, vuole schiacciare tutto ciò che moderato non è, cioè la sinistra”.
7) L’occasione più vicina è la scadenza elettorale regionale: cosa farà l’altra sinistra? Si accontenterà di qualche poltroncina sotto la Quercia-Margherita o si proporrà, con una lista coalizzata, di trattare alla pari con Errani? Le priorità? Partecipazione, Trasparenza, Solidarietà, Sviluppo veramente eco-sostenibile. La globalizzazione ha squarciato il mondo. Sono saltati molti equilibri. Il prossimo confronto/scontro sarà tra le due sinistre.

di Enzo Cecchini

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