– Forse qualcuno esagera ma qualche volta le esagerazioni nascondono l’efficacia ed il senso delle cose: l’istituzione della Camera di Commercio valeva bene la creazione della Provincia di Rimini. Lo scorso 24 ottobre, Sant’Antonio M. Claret (non quello di Padova). La Camera ha celebrato se stessa ed il tessuto economico provinciale con un incontro ufficiale nobilitato dalla presenza di Vasco Errani, il presidente della Regione Emilia Romagna.
Elegante, padrone, asciutto, Manlio Maggioli, presidente da sempre, ha sintetizzato il decennio: “Oggi vorrei ripercorrere rapidamente questo arco di tempo, tentando di costruire un parallelo tra i principali mutamenti economici che hanno segnato la nostra economia e l’attività svolta dalla Camera di Commercio. Ciò non con la pretesa di fare dei bilanci ma piuttosto allo scopo di riaffermare con forza, anche attraverso questa ricorrenza per il decennale, il nostro impegno per lo sviluppo economico e sociale del territorio”.
Ma andiamola a vedere, nei vari settori, questa crescita economica nel Riminese, con alcune ombre lunghe i cui effetti arriveranno, purtroppo, soltanto tra qualche anno, quella bolla speculativa legata alla rendita, mattone in testa, e che qualche volta dimentica la qualità, soprattutto urbana: una tristezza per gli abitanti ed i turisti.
Nel decennio Camera di Commercio, 1995-2005, quasi tutti gli indicatori hanno la doppia cifra.
Numero di imprese
Un’impresa ogni 9 abitanti: una delle percentuali più alte d’Italia. Segno di un dinamismo e del fatto che il creare aziende è scritto nel Dna dei cittadini della provincia di Rimini. Nel decennio sono aumentate di un terzo: erano 25.821 nel ’95. Dieci anni dopo sono 32.846; in media 700 in più l’anno.
Valore aggiunto
La ricchezza prodotta in tutti i settori ha avuto un balzo del 13 per cento nel decennio in oggetto, un incremento medio dell’1,3 l’anno. Nel 2003 (ultimo dato a nostra disposizione) i cittadini della provincia hanno creato valore per 6.877 milioni di euro (circa 13.000 miliardi delle vecchie lire). Nel ’97, i milioni furono 5.303, più 30 per cento.
Il comparto più vivo, aggressivo, con vampate di forte speculazione che la politica non riesce a tenere basse è il settore delle costruzioni: salti che valgono il 57 per cento. Seguono i servizi: più 12,5 per cento. Sul terzo gradino l’industria: più 8,4. Cala, ma questa non è assolutamente una novità, l’agricoltura: meno 22 per cento. Soprattutto nel settore sono rimaste le forze marginali. Anche se negli ultimi anni, nel vitivinicolo, sono entrate menti brillanti ed innovative. Ed i risultati sono sotto gli occhi.
Turismo
Sempre meno aziende. Calano alberghi, ristoranti e bar: meno un per cento. La crisi più evidente è avvenuta negli alberghi ad una stella (meno 59 per vento) e due (meno 40); mentre sono aumentate le strutture a tre (più 79 per cento) e quattro stelle (più 50 per cento). Insomma, maggiore professionalità ed economie di scale. Tra il 2003 ed il 2004 sono stati chiusi 150 alberghi: da 2.147 a 2.101.
Invece, gli alberghi marginali, grazie alla legge regionale, la Chicchi, sono stati trasformati in appartamenti: una rivoluzione lenta ed inesorabile.
Numeri per riflettere sono legati agli arrivi ed alle presenze. In un decennio, gli arrivi sono cresciuti del 13 per cento; mentre le presenze sono diminuite del 9 per cento. Se gli italiani si sono assestati ad un più 2 per cento; gli stranieri vanno per altri lidi: meno 13 per cento. Sul totale degli arrivi, gli stranieri erano il 22 per cento; oggi sono il 20. Li perdiamo perché il pacchetto turismo-complessivo è troppo caro rispetto ai concorrenti e perché il sistema Italia è in ritirata su molti mercati.
Fiere e congressi
Il dato statistico va dal 2000 al 2004. Grazie agli spazi della nuova Fiera di Rimini i visitatori sono aumentati del 25 per cento e gli espositori del 41. Oggi, in valori assoluti la Fiera di Rimini crea ricchezza per almeno 500 milioni di euro; infatti, ogni euro speso nella fiera equivale a 10 euro spesi sul territorio.
Se i congressi sono aumentati del 22 per cento, i partecipanti sono diminuiti del 2,7. Gli analisti sperano che le due nuove strutture congressuali, Riccione e Rimini, se ben gestite, possano fungere da volano economico.
Disoccupazione
In 10 anni è scesa, passando dall’8,5 per cento al 3,7. Con l’altra faccia della medaglia, il tasso di occupazione, che è salito: dal 57 al 63,2 per cento. Con il Patto di Lisbona che afferma che entro il 2010, nell’area europea, ottimale è raggiungere il 70 per cento. Rimini è davanti alla media nazionale (56 per cento), ma dietro quella regionale (68,3).
Popolazione
Da che mondo è mondo, le aree ricche attraggono i popoli in cerca di benessere ed opportunità di crescita. I residenti in provincia, sempre nel decennio, sono aumenti del 3 per cento: dalle 263.977 unità a 286.934. Una riflessione a margine è la presenza stranieri. Dieci anni fa erano 7.182; oggi 15.451: più 325 per cento. Rappresentano il 5,4 per cento della popolazione totale.
Sistema bancario
Ogni anno gli sportelli sono lievitati di 10 unità: da 159 a 252. I depositi hanno raggiunto più 39,9 per cento. Mentre gli impieghi (danaro prestato) hanno registrato un più 147,7 per cento.
Commercio estero
Le imprese della provincia di Rimini esportano merci per un valore di oltre un miliardo di euro. Dieci anni fa si vendevano all’estero manufatti per 412 milioni; dunque: incremento del 158 per cento. Mentre, la provincia importa merci per 417 milioni; erano 103 milioni 10 anni prima. Come si vede la bilancia commerciale provinciale è in attivo. Purtroppo il tasso di internazionalizzazione delle imprese nostrane è basso, anche se in miglioramento.
di Francesco Toti
CURIOSITA’
All’inizio fu il Rubicone
Nel lontano 1804 la prima istituzione con sede a Rimini si chiamava:
“Primaria Camera di Commercio del Rubicone”
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Camera di Commercio,il primo documento sotto il potere napoleonico
– Il Rubicone è fatidico nella storia di Rimini: sia in quella dei grandi avvenimenti, sia in quella dei piccoli. Se è vero che la Camera di Commercio di Rimini ha 10 anni, la curiosità è che la prima volta fu nel lontano 1804, sotto Napoleone. Venne istituita la “Primaria Camera di Commercio del Rubicone” (per rendere omaggio alla forza delle legioni di Giulio Cesare e lo stesso Napoleone?) con sede in Rimini.