– Da sempre il lavoro dell’uomo è stato oggetto di analisi, studi, riflessioni ecc. Anche in questi ultimi tempi il tema lavoro è stato molto presente in discussioni, leggi, accordi, conflitti di vario genere.
In questa sede vorrei esaminare i vari aspetti del “lavoro umano”, le varie sfaccettature che si intravvedono, i problemi che pone e ricercare e proporre una probabile soluzione di questi ultimi.
I punti che toccheremo nella nostra analisi saranno i seguenti: 1) Il valore del lavoro
2) Il costo del lavoro
3) La struttura del costo del lavoro
4) La disoccupazione.
5) La ricerca scientifica
5) Ipotesi per la ricerca di un equilibrio tra: valore, costo del lavoro e disoccupazione.
La mia matrice di fondo è cattolica, per cui consentitemi di partire citando alcuni passaggi della “Laborem exercens” (la nota enciclica sul lavoro di Giovanni Paolo II). In essa si possono trovare definizioni (sulle quali potremo concordare facilmente) e spunti per una approfondita riflessione sui diversi aspetti del problema lavoro.
Partiamo dal primo punto: il valore del lavoro umano.
Valore del lavoro
Al paragrafo 6 si legge: “Il fondamento per determinare il valore del lavoro umano non è prima di tutto il genere di lavoro che si compie, ma il fatto che colui che lo esegue è una persona. Le fonti della dignità del lavoro si devono cercare soprattutto non nella sua dimensione oggettiva ma nella sua dimensione soggettiva.”
Ai 9/10 troviamo: “Il lavoro è un bene dell’uomo, un bene utile e degno, cioè rispondente alla dignità dell’uomo. L’uomo mediante il lavoro non solo trasforma la natura adattandola alle proprie necessità, ma anche realizza se stesso come uomo, anzi in un certo senso diventa più uomo”.
Approfondendo ancora il concetto scopriamo che “il lavoro è il fondamento su cui si forma la vita familiare, la quale è un diritto naturale ed una vocazione dell’uomo. Il lavoro è, in un certo modo, la condizione per rendere possibile la fondazione di una famiglia poiché questa esige i mezzi di sussistenza, che in via normale l’uomo acquista mediante il lavoro. La famiglia è al tempo stesso, una comunità resa possibile dal lavoro e la prima scuola di lavoro per ogni uomo.”
Ultima considerazione sul valore del lavoro è il riferimento a quella grande società, alla quale l’uomo appartiene in base a particolari legami culturali e storici. Società che rappresenta anche l’incarnazione storica e sociale del lavoro di tutte le generazioni passate.
L’uomo, perciò, deve lavorare per riguardo a se stesso, alla sua famiglia e anche alla società alla quale appartiene, alla nazione della quale è figlio o figlia, all’intera famiglia umana di cui è membro, essendo erede del lavoro delle generazioni passate e coartefice del futuro di coloro che verranno dopo di lui nel succedersi della storia.
Tuttavia, se il lavoro è un dovere, non va dimenticato, che al tempo stesso, esso è anche una sorgente di diritti per il lavoratore.
Da quanto sopra esposto si puo’ ricavare un primo importante concetto di fondo: “La priorità del lavoro (umano) nei confronti di tutti gli altri mezzi di produzione” (terreni, impianti, mezzi finanziari ecc.) che restano sempre e comunque solo degli strumenti usati dall’uomo.
Giova ricordare infatti che è l’uomo che ha gradualmente ideato e realizzato tutti i mezzi di produzione, dai più semplici e primitivi, fino ai più elaborati e sofisticati di oggi e che è sempre l’uomo che li guida e li dirige.
Tutte queste considerazioni devono essere ben presenti quando si va a determinare il valore del lavoro dell’uomo.
Valore che, alla luce delle considerazioni su esposte, ci pare giusto concludere debba essere il più alto possibile. (Il lavoro dell’uomo è prezioso e vale molto).
di Gianfranco Vanzini