– Il sindaco di Riccione Daniele Imola come Antigone dovrebbe sfidare le leggi della propria città (in questo caso il voto del Consiglio provinciale ed anche i diritti di Hera Provincia). L’eroina greca di Tebe andò a seppellire il cadavere del fratello infrangendo le leggi della propria comunità che imponevano di non dare sepoltura al nemico; in quel caso perfino il fratello.
Daniele Imola dovrebbe ritrovare lo spirito giovanile e battersi contro le ragioni formali ed economiche di Hera che ha il mandato dei comuni (approvato nei vari consigli comunali) della provincia di Rimini di tirar su a Raibano il quarto forno ed una luminosa centrale elettrica.
Azienda a capitale pubblico, gli interessi di Hera non vanno a coincidere con quelli di una comunità, primo; secondo, con una comunità che fa del turismo la sua economia, ancora meno. Turismo significa innanzitutto ambiente e qualità urbana. Allo stato non proprio le armi migliori di Riccione. Senza contare che attorno a Raibano dovrebbe sorgere una zona industriale di altri 500.000 metri quadrati. E lì ci sono anche due parchi tematici che attirano centinaia di migliaia di persone ogni anno.
Daniele Imola è un politico navigato, che riesce a muoversi con valore. Dovrebbe far pesare il ruolo di Riccione, compreso quello dell’intero territorio provinciale, Valconca in primo luogo, sulla testa di Nando Fabbri, il presidente della provincia, che con abilità politica e forza, coinvolgendo oltre ai suoi (Ds) anche Forza Italia (due consiglieri, fra i quali il saludecese-riccionese Massimo Pierpaolini) il Piano provinciale dei rifiuti.
Per la Valconca, Imola è il leader indiscusso. Negli ultimi anni è riuscito a legare attorno a sé molti sindaci. In questo braccio di ferro potrebbe uscirne rafforzato. Soprattutto sarebbe un atto da sinistra. Dove la sinistra dovrebbe avere gli orizzonti alti, in grado di coniugare sviluppo economico e salvaguardia ambientale. La sinistra non può e non deve essere sterili affermazioni di principio. Come dice un alto esponente dei Ds, che ha votato a favore in Consiglio provinciale turandosi il naso, non sempre va presa la strada più semplice.
Ci sarebbe un altro elemento che dovrebbe far sentire la propria voce: il cittadino, la pubblica opinione. Ma in questo momento non ha fiducia. Negli anni Sessanta, l’inceneritore doveva essere costruito a Misano, zona Santamonica, dove c’è l’autodromo, la gente scese in piazza e si battè contro. Questo è un altro discorso ma un po’ di quello spirito aiuterebbe la politica.